Sabato 19 marzo riparte lo storico cammino di discernimento vocazionale «Un coraggioso salto di qualità», promosso dalla Pastorale giovanile diocesana, in collaborazione con il Seminario. La proposta è rivolta ai giovani dai 18 ai 30 anni, che coltivano un forte interrogativo sul sacerdozio o la consacrazione ed è strutturata in quattro appuntamenti pomeridiani nei sabati di Quaresima (19 e 26 marzo, 2 e 9 aprile).
«Si tratta di un piccolo numero di ragazzi – spiega don Isacco Pagani, prorettore del Seminario e referente di questa proposta formativa -. Proprio per questo stiamo rivedendo le modalità di svolgimento e il luogo, informazioni che verranno comunicate direttamente agli interessati».
Per don Pagani l’importante non è il numero di adesioni, ma le condizioni con cui ci si avvicina alla proposta, affinché quest’ultima possa portare frutti. «Per vivere con profitto i “Salti di qualità” bisogna avere alle spalle un accompagnamento spirituale – tiene a precisare il Prorettore -. Per questo è richiesto che il giovane sia accompagnato al colloquio dalla propria guida. Si tratta infatti di un percorso già orientato alla verifica della vocazione al presbiterato, in vista di un cammino vocazionale più intenso e disteso, che potrebbe proseguire con il percorso dei “Non residenti” e poi con l’ingresso in Seminario».
Preghiera, silenzio e colloqui
Nel concreto la proposta sarà guidata da don Ivano Tagliabue, padre spirituale del Biennio, e partirà della meditazione della Parola di Dio. Grande importanza avranno poi la preghiera e i momenti di silenzio, ma soprattutto i colloqui personali con don Tagliabue, perché è nel dialogo che si fa il discernimento. «Il salto di qualità richiesto, da cui prende il nome la proposta, è quello di mettere a fuoco una domanda vocazionale sul sacerdozio o la consacrazione che piano piano si è fatta presente nella propria vita – spiega don Isacco – prendendola sul serio e mettendosi in ascolto del Signore».
Per fare tutto ciò è importante essere docili allo spirito e lasciarsi guidare. «Il primo lavoro da fare è sull’uomo credente, dove l’accento è posto anzitutto sulla propria umanità: non si può essere credenti senza essere uomini e non si può essere pastori senza essere uomini credenti», puntualizza Pagani.
Certo, come ogni cammino di discernimento, anche i «Salti di qualità» hanno sempre cercato di stare al passo con i cambiamenti della società. «Si parte dalla Parola di Dio che parla in ogni tempo alle persone dell’oggi, adeguandosi al linguaggio – aggiunge il Prorettore -. Il nocciolo della domanda e dell’intuizione vocazionale rimangono, ma i ragazzi cambiano; i giovani di oggi sono per certi versi più audaci nell’ascoltare la domanda al sacerdozio, allo stesso tempo sono coscienti che la figura di prete su cui si interrogano cambierà, rispetto a quella che hanno conosciuto nella loro esperienza prima di un eventuale ingresso in Seminario». Sfumature nuove della domanda vocazionale, cambiamenti culturali e sociali, dettati non da ultimo dalla pandemia, su cui i ragazzi potranno confrontarsi nel discernimento.
Per informazioni: don Isacco Pagani (tel. 0331.867.111; isaccopagani@seminario.milano.it).