«La Commissione è nata nel 2016, per decreto dell’allora arcivescovo, il cardinale Angelo Scola, con due finalità, in primis di individuare e proporre iniziative per far crescere, nella comunità diocesana, la sensibilità e la mentalità di comunione anche in relazione ai beni materiali, e, poi, quella di attuare azioni concrete al fine di incidere efficacemente su alcune situazioni debitorie». Così don Luca Violoni definisce gli scopi, ma anche la sfida – definita «affascinante in una Diocesi grande come la nostra» – della Commissione diocesana per la perequazione tra le parrocchie «L’interesse è la comunione», di cui è presidente (leggi qui il bilancio dell’attività). «Infatti – aggiunge -, l’immagine biblica scelta è stata quella di Paolo che, nella seconda Lettera ai Corinzi, chiede alle Chiese di Macedonia di fare una colletta per sostenere Gerusalemme».
Quanti casi sono stati seguiti?
Sono. 60: 34 nel primo mandato, conclusosi il 10 aprile 2021, e 26 nel secondo, avviatosi nel maggio 2022. Sono stati 14 gli interventi risolutivi, per un totale erogato di 2 milioni e 930 mila euro, con un debito complessivo abbattuto per il 47,8%. In qualche caso si è trattato dell’elargizione di somme anche molto consistenti, in qualche altro di interventi più ridotti, ma con una grande incidenza sulla realtà ecclesiale. Altre 10 richieste, che richiedevano uno sguardo più ampio sulla situazione giuridico-economica, sono state trasferite all’Ufficio Parrocchie. L’analisi dei dati ha poi fatto emergere altri possibili 36 casi, ma la Commissione ha ritenuto di non ipotizzare alcun intervento.
Qual è la distribuzione sul territorio degli interventi erogati?
Le Zone pastorali più sostenute sono state la VI (Melegnano) con cinque casi, e la I (Milano) con 4 interventi; nella Zona II (Varese) sono stati 2, nella III (Lecco), nella V (Monza) e nella VII (Sesto San Giovanni) si è realizzato un unico sostegno, mentre nella Zona IV (Rho) non si è reso necessario alcun intervento.
Come è costituita la Commissione?
È formata da 11 persone, con un referente laico dedicato per ciascuna delle 7 Zone pastorali, e altri quattro membri a livello più centrale, tra cui io, come presidente, un confratello sacerdote e altri due laici. La presenza dei laici è aumentata in questa seconda Commissione, proprio perché sentiamo tutta l’importanza di persone che possano interfacciarsi come “antenne” rispetto al territorio, con competente passione ecclesiale.
Secondo i quattro criteri generali di selezione dei beneficiari – gravità, giustizia, efficacia e futuro – qual è l’ambito più complesso da dirimere?
Sicuramente la giustizia, perché l’analisi sulla gravità del debito ha un suo profilo oggettivo, la possibilità di valutare l’efficacia di un intervento implica una ragionevolezza così come le attese sul futuro. Talvolta, invece, chiedersi se sia giusto o meno accogliere una richiesta è difficile, magari perché vi sono responsabilità nell’aver contratto un debito o perché la parrocchia si trova, senza colpa, in una situazione insostenibile, per scelte pregresse o per imprevisti.
Perché una parrocchia si indebita? Per lavori spropositati, per la poca conoscenza degli strumenti economici, per una non corretta attività dei Caep?
Mediamente c’è tutto questo. Tuttavia abbiamo visto negli anni che la causa scatenante sono sempre lavori diventati eccessivi. Occorre però dire che dal 2007, cioè dall’esplosione della crisi economica, c’è molta più attenzione. Sicuramente con il rinnovo dei Consigli in maggio, per i consiglieri vi sarà un programma di formazione, che partirà dal prossimo anno pastorale, sia dal punto di vista economico, sia da quello della logica che comunque deve ispirare l’impegno finanziario di una realtà. Anche perché spesso si tende a separare beni materiali e impegni pastorali, che invece sono inseparabili. Inoltre, si deve incrementare la conoscenza di alcuni strumenti, come i bandi che possono finanziare dei lavori, o quelli che mette a disposizione la Diocesi.
Come si accede alla Commissione?
Si può scrivere una mail a perequazione@diocesi.milano.it, ponendo un’istanza, oppure rivolgendosi ad alcuni Uffici di Curia o ancora chiedendo al proprio Vicario episcopale di Zona. Talvolta, siamo direttamente noi a prendere contatto con una parrocchia, di cui abbiamo valutato la situazione, proponendo un aiuto.