È Facebook lo strumento che unisce i giovani di tutto il mondo con i vescovi convocati da papa Francesco per il Sinodo di ottobre. L’assemblea dei presuli sarà infatti preceduta da una riunione preparatoria, dal 19 al 24 marzo a Roma, con oltre 300 giovani invitati a raccontarsi sui temi della fede, della Chiesa e della vocazione. Il delegato italiano è Gioele Anni, classe 1990, studente di giornalismo a Milano con diverse esperienze nell’Azione cattolica nazionale. Lui e i colleghi produrranno un documento da consegnare ai vescovi. «Desidero però fortemente che tutti i giovani possano essere protagonisti di questa preparazione – ha detto Papa Francesco al termine dell’Angelus dello scorso 18 febbraio -. Perciò essi potranno intervenire on line attraverso gruppi linguistici moderati da altri giovani. L’apporto dei “gruppi della rete” si unirà a quello della riunione di Roma».
È un’idea efficace, afferma don Massimo Pirovano, responsabile del Servizio Giovani della Pastorale giovanile diocesana, «per poter accompagnare il cammino sinodale dei vescovi fornendo loro tutto il sostegno possibile circa la realtà dei giovani di oggi».
Come funziona, concretamente?
Il Vaticano ha attivato un gruppo Facebook chiuso (facebook.com/groups/presinodale), al quale possono iscriversi soltanto persone dai 16 ai 29 anni con un profilo «reale e personale». Cioè deve rappresentare loro stessi e non un gruppo, istituzione o causa. Si può chiedere di entrare nel gruppo fino al 16 marzo (per registrarsi).
Cosa accade all’interno del gruppo Facebook?
I moderatori porranno domande che nascono dai documenti ufficiali e dalla riunione presinodale. Ciascun giovane, nel gruppo, potrà rispondere liberamente: una sintesi di tutti i contributi farà parte dell’instrumentum laboris del Sinodo. E così, ai 300 simbolici delegati, si aggiungeranno altre migliaia di voci dal mondo.
Quali i temi principali di discussione?
I giovani saranno chiamati a esprimere i propri dubbi, richieste, critiche e proposte sulla Chiesa, su come vivono la propria fede. E anche in merito a come vivono quello sporgersi verso il futuro che noi chiamiamo ricerca vocazionale.
Un gruppo online è sufficiente per stimolare la riflessione?
L’efficacia di Facebook è indubbia, la capacità e duttilità dei giovani nell’utilizzarlo è immediata. È sicuramente il modo più semplice per riuscire a sostenere la loro partecipazione. Ma in Diocesi a Milano abbiamo anche promosso la discussione in gruppo negli oratori e nelle parrocchie, a partire dalle “schede” preparatorie del Sinodo.
Perché suggerire anche riunioni negli oratori?
Facebook stimola una riflessione personale e un confronto tra giovani, apre la possibilità di una partecipazione attiva e di essere protagonisti. Certamente non esaurisce, però, una scelta libera di sostenere la propria opinione e di esprimere la propria capacità di giudizio.
C’è da attendersi qualche sorpresa dal Sinodo?
La sorpresa migliore potrebbe emergere da una comunità che si riscopra appassionata dei giovani. Questo dialogare e riuscire a raccontarsi, parlarsi, può far scoprire che le distanze non sono così enormi tra i giovani e gli adulti. Fornendo così l’occasione a questi ultimi di ritrovare dentro di sé anche una passione buona, sana, per i giovani. Affiancata dal desiderio vero che possano crescere e compiere i loro passi nel mondo.