Sarà la Veglia di Preghiera per la Vita di giovedì 1° febbraio, alle 21 a Sant’Ambrogio, ad aprire idealmente i numerosi e variegati eventi per la 46esima Giornata per la Vita (4 febbraio 2024) che i 74 tra Centri di Aiuto alla Vita (CAV), Movimenti per la Vita e Case di Accoglienza hanno organizzato in tutta la Lombardia.
Alla terza edizione, la Veglia, che quest’anno sarà dedicata all’avvocato Franco Vitale (storico presidente di Federvita Lombardia, scomparso lo scorso giugno), è organizzata e voluta da FederVitaLombardia APS insieme a tutte le realtà milanesi: Centro di Aiuto alla Vita CAV Mangiagalli, CAV Ambrosiano e MpV Ambrosiano, CAV Buzzi.
Presieduto dall’Abate di Sant’Ambrogio, mons. Carlo Faccendini, questo momento di preghiera per mostrare che la forza della vita è davvero sorprendente, verrà accompagnato dalla riflessione di don Marco Gianola, Cappellano del Policlinico di Milano e Assistente spirituale di Federvita Lombardia, e animato dal Gruppo Vocale «San Lorenzo – Comunità Pastorale Santi Magi» (vedi qui la locandina).
L’incontro, rivolto a tutta la Lombardia, e particolarmente a Milano e hinterland, ha l’intento di rispondere all’appello, contenuto nel Messaggio dei Vescovi per la 46esima Giornata per la vita: risvegliare la consapevolezza della «impossibilità morale e razionale di negare il valore della vita, di ogni vita» perché «non ne siamo padroni né potremo mai diventarlo; non è ragionevole e non è giusto, in nessuna occasione e con nessuna motivazione».
«Per fare questo è necessario stare uniti – ha detto Elisabetta Pittino, presidente di FederVita Lombardia APS – quindi abbiamo inviato in modo particolare le associazioni laicali e i movimenti ecclesiali che hanno esperienza che ogni vita, anche quella più segnata da limiti, ha un immenso valore ed è capace di donare qualcosa agli altri».
«In questo tempo di vite negate attraverso l’aborto, la guerra, le violenze di ogni genere – continua Elisabetta Pittino – noi rispondiamo con i dati concreti che dicono la felicità di donne e famiglie accolte e di bambini aiutati a nascere, perché la violenza si vince difendendo e promuovendo la vita “in ogni circostanza”, senza discriminazioni, perché, come dice papa Francesco, “il grado di progresso di una civiltà si misura dalla capacità di custodire la vita, soprattutto nelle sue fasi più fragili”».
La raccolta dei Dati 2022, curata da Donata Magnoni, pediatra e responsabile Dati CAV per FederVita Lombardia, nonché responsabile CAV Varese, dice una parte di quello che hanno fatto le associazioni operanti in Lombardia (55 Centri di Aiuto alla Vita, 5 CAV-MpV, 2 Case di Accoglienza, 13 MpV, ai quali si aggiungono 60 sedi distaccate di cui 24 Punti di Ascolto ospedalieri) con oltre 1200 volontari e 3800 soci: 1805 bambini aiutati a nascere, 5213 donne assistite (di cui 2655 gestanti e 2131 altre donne: l’89,8% delle donne assistite sono migranti o rifugiate). E in Lombardia sono oltre 62mila i bambini aiutati a nascere da quando i CAV hanno iniziato a operare.
L’attività dei CAV ha un impatto molto importante sul welfare della donna madre. Si conferma nuovamente il ruolo di leadership dei CAV nelle attività e azioni per realizzare e promuovere inclusione e integrazione delle donne madri migranti e rifugiate e dei loro bambini. Un ruolo determinate dei CAV è anche di evitare che vengano perpetrate odiose discriminazioni di genere, violenze e pressioni molto diffuse sulle donne madri, e sui bambini e sulle bambine concepiti.
In sintesi le attività svolte dai CAV sono le seguenti: empowerment donna madre attraverso sostegno alla formazione, alla ricerca del lavoro o agli studi; welfare per la gestante e madre, sostegno alla genitorialità; baby-sitting, insegnamento della lingua italiana; assistenza sociale, psicologica, medica, legale, ecc.; counselling generale e per sindrome post traumatica da stress-post aborto; alloggio (in case di accoglienza, in famiglie, in case messe a disposizione dai CAV); assistenza economica; attività di inclusione, orientamento e di cura specifiche per donne-madri migranti, rifugiate e loro famiglie.
I CAV operano grazie ai volontari, tra cui professionisti, senza contributi pubblici, ma sostenuti dalla beneficenza. Il MpV si conferma un volontariato di donne per le donne.