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Ecumenismo

Cattolici, Copti e Ortodossi romeni in comunione a Monza

Il 18 gennaio veglia con inizio nella chiesa ortodossa, processione con i flambeaux e conclusione in Duomo con la parabola del buon Samaritano commentata dall’Arcivescovo e dal parroco ortodosso

di Veronica TODARO

14 Gennaio 2024
Il Duomo di Monza oggi, con la facciata restaurata (foto di Luca Frigerio)

L’appuntamento è per giovedì 18 gennaio alle 20.45. È ormai tradizionale infatti la veglia ecumenica celebrata a Monza in occasione della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, con la partecipazione delle Chiese cattolica, copta e ortodossa romena (vedi qui la locandina).

Il programma

La celebrazione inizierà presso la chiesa di Tutti i Santi (ex San Gregorio di via Guarenti, offerta in comodato alla comunità ortodossa), con una preghiera accompagnata dai canti ortodossi eseguiti dal coro della comunità. Seguirà una la processione silenziosa con i flambeaux verso il Duomo, passando per il centro città in via Italia. Saranno presenti l’Arcivescovo, monsignor Mario Delpini, e l’Arciprete di Monza, don Silvano Provasi, padre Pompiliu Nacu, parroco della comunità ortodossa romena, e un rappresentante della Chiesa copta. Giunti in Duomo verrà letto il testo evangelico di Luca 10, 25-37 (la parabola del buon Samaritano) che sarà poi commentato dall’Arcivescovo e da padre Pompiliu. Sarà presente anche don Taras Ostafiiv, parroco della comunità cattolica ucraina di rito bizantino, con un gruppo di fedeli, che celebra, ogni domenica, la Divina Liturgia nella chiesa di Santa Maria degli Angeli.

L’Arciprete: «Non rassegniamoci all’arroganza delle armi»

«Questo evento – sottolinea don Provasi – è l’occasione per mostrare la cordialità e la fraternità che anima i rapporti fra queste tre comunità presenti in città. Ormai da due anni è presente anche la comunità cattolica ucraina di rito bizantino. In questo difficile e complesso tempo di guerre e violenze disumane è importante mostrare gesti e segni autentici di comunione nella diversità di riti e culture, tutte tese a costruire una società che lavora per la solidarietà e la riconciliazione, valori concreti ed essenziali per ridonare fiducia e speranza nel nostro futuro, che non è solo in balìa di forze oscure e malate di disumanità e arroganza del potere, ma progettato anche da persone che non si stancano di operare per la pace, la giustizia, invocando l’ostinazione della fiducia… per non rassegnarci all’arroganza delle armi che distruggono la terra».

La conclusione di Provasi riprende le parole dell’Arcivescovo nella preghiera lanciata proprio da monsignor Delpini in febbraio, a un anno dallo scoppio della guerra in Ucraina: un invito a vivere la Quaresima tra conversione, preghiera e penitenza. «Padre del Signore nostro Gesù Cristo, Padre nostro, noi ti preghiamo per invocare l’ostinazione nella fiducia: donaci il tuo Spirito di fortezza, perché non vogliamo rassegnarci, non possiamo permettere che il fratello uccida il fratello, che le armi distruggano la terra».