Lunedì 12 febbraio, alle 21, a Seveso, monsignor Mario Delpini incontrerà i preti di Pastorale giovanile di Milano. L’ambito è quello della tradizionale due-giorni riservata ai sacerdoti, diocesani e religiosi, impegnati nella Pastorale giovanile della città, che si tiene quest’anno il 12 e 13 febbraio. Si tratta di un’iniziativa organizzata da monsignor Carlo Faccendini, Vicario episcopale della Zona 1, e dal Tavolo dei 21 (tanti sono i Decanati di Milano), coordinato da don Matteo Baraldi, vicario parrocchiale a San Francesco d’Assisi al Fopponino.
In città i preti che lavorano con i giovani sono una cinquantina e l’invito a partecipare a questo appuntamento è sempre caloroso, dato che, oltre a essere un’occasione per riflettere insieme, è anche una modalità concreta per favorire la vita fraterna attraverso la preghiera comune, l’ascolto, il confronto, il dialogo e i momenti conviviali. Il titolo della due-giorni è «Per una pastorale giovanile vocazionale nella città di Milano»: vi partecipano don Massimo Pirovano (responsabile del Servizio per i giovani e l’università), Cristina Pasqualini (che si sta occupando dell’ascolto dei giovani con il percorso «Ti dico la mia»), Fabio Introini e Silvia Ivaldi, tutti ricercatori presso l’Università Cattolica di Milano. Tante le domande sul tappeto: chi sono i giovani ai quali ci rivolgiamo? Verso quali obiettivi vogliamo accompagnarli? Come lavorare nella realtà di Milano, con la sua ricchezza di proposte, gruppi e associazioni? E nelle evidenti differenze che esistono tra il centro e le periferie?
Don Baraldi, come sarà organizzata la due giorni?
Quest’anno abbiamo pensato di non mantenere lo schema classico con un tema e l’intervento di relatori: faremo piuttosto un “laboratorio sinodale”. Gli elementi scatenanti sono stati, da una parte, il Sinodo dei giovani, che chiama in causa anche noi per capire verso quale direzione ci muoviamo e, dall’altra, la sollecitazione che ci viene dal Servizio di Pastorale giovanile della Diocesi, in particolare da don Pirovano, che intende sempre più la Pg diocesana non come promozione di una serie di eventi e proposte, ma a servizio delle realtà del territorio.
Quindi?
A partire dal frequente invito che ci ha rivolto («dovete decidere voi in quale direzione muovervi, poi la Pastorale giovanile vi supporterà»), abbiamo pensato insieme a lui e al Tavolo dei 21 a questa nuova impostazione. Don Pirovano ha individuato i tre ricercatori dell’Università Cattolica che, grazie alle loro competenze, ci aiuteranno a lavorare insieme sul versante tecnico e metodologico per leggere e interpretare i dati che emergeranno e per orientare le scelte.
Come sta cambiando la Pastorale giovanile?
Vediamo anche a Milano una diminuzione del numero di preti impegnati in Pastorale giovanile. C’è quindi la necessità sempre più spiccata di avere una Pastorale non più intesa in senso autoreferenziale, chiusa in parrocchia, ma occorre trovare forme di collaborazione inter-parrocchiale e decanale. Un’esigenza oggi all’ordine del giorno, tenendo conto che la stessa realtà giovanile è sempre più variegata e diversificata.
Anche tra centro e periferia…
Sì. In effetti ci sono una serie di variabili tra le zone più centrali e le diverse periferie, poi c’è la questione del luoghi: è vero che ci sono gli oratori, ma i giovani “abitano” anche l’università, forme di associazionismo, aggregazione… Quindi siamo chiamati a capire come interagire con queste realtà e di conseguenza dove orientarci.
Preparerete anche un documento finale?
Sì. Se riusciremo già a maturare qualche decisione, vorremmo scrivere un breve documento indicando le linee comuni che potranno diventare vincolanti almeno per i prossimi anni e su cui tutti ci vogliamo impegnare.
Lunedì incontrerete anche l’arcivescovo Mario Delpini…
L’incontro è pensato nella modalità del “caminetto”, sarà quindi un dialogo e un confronto. Per noi coadiutori di Milano questa è la prima occasione. La serata di solito si svolgeva con il Vicario episcopale di Zona, quest’anno invece, tenendo conto della disponibilità di “don Mario”, abbiamo pensato che fosse bello poter dialogare con lui nella semplicità su queste tematiche e ascoltare ciò che lui vede e intuisce possano essere aspetti su cui impegnarci.