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Albania

Una nuova “alba” per quelle “rose” provate dalla vita

Casa Rozalba, progetto delle suore Maestre Pie Venerini inserito nel contesto della missione di Blinisht-Gjader, è la struttura dove ragazze e giovani provenienti da travagli familiari possono avviare il loro recupero psico-sociale

13 Dicembre 2020
Tizi, l'ultima arrivata in Casa Rozalba

Come nasce Casa Rozalba? Per rispondere dobbiamo tornare indietro di una ventina d’anni.

Ci troviamo nel 1995 e un gruppo di giovani di Gjader, piccolo paesino in provincia di Lezha, situato nella zona della Zadrima, si ritrovava per discutere insieme sulle diverse tematiche sociali che coinvolgevano l’Albania in quel tempo. Si trattava di un periodo drammatico. La fine del regime aveva gettato la società albanese nello sconforto, nel caos più totale e nella povertà, e lo spaventoso fenomeno della tratta di esseri umani aveva iniziato a prendere piede, minacciando la sicurezza delle donne albanesi. Nello specifico, numerose ragazze della Zadrima sparivano misteriosamente, salvo scoprire in seguito che venissero circuite (e, in qualche caso, rapite), poiché affascinate dalla promessa di un fidanzamento o di un lavoro. In realtà si trattava di un tragico inganno per poterle vendere e sfruttare all’estero, fuori i confini nazionali.

È in questo contesto che si inserisce Casa Rozalba, fondata nel 2015, e che letteralmente sta a significare “la casa dell’alba della rosa”, ovvero un posto in cui si possa assistere a una rinascita. Infatti rappresenta un luogo sicuro, dove le giovani bambine e ragazze che giungono dai contesti famigliari più disperati e disfunzionali possano sentirsi protette e rispettate nella loro persona, anche attraverso il recupero psico-sociale che contribuisca a dar loro la possibilità di reintegrarsi nuovamente nella comunità. Questo progetto, delle suore Maestre Pie Venerini, è inserito nel contesto ecclesiale e pastorale della Missione di Blinisht-Gjader.

La Casa-famiglia Rozalba attualmente accoglie 18 giovani bambine e ragazze (dai 2 ai 18 anni) provenienti da scenari di violenza, abusi ed estrema povertà: terreno fertile per non impossibili scenari legati alla prostituzione. Rappresenta inoltre un punto di riferimento sicuro per donne in stato di emergenza e per i propri figli. Le Maestre Pie Venerini si impegnano infatti a ospitare donne strappate da contesti famigliari soggetti a pesanti abusi e violenze, anche a rischio della loro stessa vita.

Casa Rozalba viene ufficialmente riconosciuta dal Comune di Lezha come struttura indicata a ospitare tempestivamente situazioni emergenziali di soggetti vittime di violenza e traffico umano per 72 ore. Nonostante questo accordo, la struttura non riceve alcun supporto statale e può continuare a “sopravvivere”, solo grazie a donazioni e a sporadici progetti che, tuttavia, non garantiscono, né assicurano la sua sostenibilità. L’obiettivo principale punta a garantire una continuità nel servizio offerto alle ragazze ospitate, supportando tutti i servizi previsti da Casa Rozalba.

In particolare:
-servizi di protezione e tutela legale: attraverso l’accoglienza (sia di lunga durata, sia emergenziale).
-servizi di protezione e tutela sociosanitaria: attraverso una equipe multidisciplinare composta da una psicologa, una psicoterapeuta e una psichiatra part-time che garantiscono alle ragazze un percorso di supporto continuativo oltre che l’organizzazione di momenti protetti con le famiglie di provenienza e, laddove possibile, un percorso di riavvicinamento.
-servizi socio educativi: attraverso il pagamento delle rette e spese scolastiche e la presenza fissa, in struttura, di 3 educatrici.
-laboratori integrativi: attraverso il finanziamento di specifici corsi professionali di interesse per le giovani.
-sensibilizzazione del territorio e animazione in Albania e in Italia.
-servizi offerti dalla struttura: riguardanti il vitto, il vestiario e le utenze, la presenza di una donna delle pulizie, una cuoca e il guardiano.
-servizio in funzione della la semi-autonomia delle ragazze ospitate: una volta raggiunta la maggiore età, le ragazze avranno la possibilità di abitare in un appartamento nella città di Lezha accanto alla comunità delle Sorelle Maestre Pie Venerini. Ciò rappresenta un ulteriore supporto e la continuazione del loro percorso, potendo così beneficiare del sostegno materiale e psicologico necessario sino al raggiungimento della completa maturità e indipendenza.

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