Una Messa per ricordare e pregare insieme. È quella voluta personalmente l’Arcivescovo, dopo aver appreso il continuo aggravarsi del bilancio degli atti terroristici della mattina di Pasqua in Sri Lanka. Più di 290 morti e 600 feriti in una serie esplosioni che, oltre alla capitale, Colombo, hanno colpito in altre città e sobborghi, un totale di 3 parrocchie chiese e altrettanti alberghi. Martirio di cristiani per cui è stato scelto, non a caso, il giorno della Risurrezione del Signore. E, allora, anche la Chiesa di Milano ha deciso di testimoniare la vicinanza e il proprio dolore alla Chiesa sorella srilankese, con un Celebrazione eucaristica, appunto, chiesta dal vescovo Mario che la presiederà.
«La Messa è fissata alle 19 di giovedì 25 aprile nella centralissima basilica di Santo Stefano, parrocchia generale per i Migranti», spiega don Alberto Vitali, responsabile dell’Ufficio per la Pastorale dei Migranti.
Come è maturata l’idea?
L’Arcivescovo fin dal giorno degli attentati – cui ha subito fatto riferimento, già nel Pontificale di Pasqua – ha mostrato l’intenzione e il desiderio di trovare un momento per potere portare la propria solidarietà ai fedeli dello Sri Lanka e pregare insieme. Inizialmente, si era pensato alla recita comune di un Rosario, poi, in considerazione delle notizie che arrivavano e della gravità della situazione, si è optato per una Celebrazione eucaristica. Mi sono subito messo in contatto con i Cappellani della Comunità srilankese che ne sono stati molto contenti. Il 25 aprile è sembrata una data adatta, visto che è festa e anche molti dei fedeli dello Sri Lanka non sono impegnati con il lavoro e potranno partecipare. Inoltre, il Santuario attiguo a Santo Stefano è la chiesa dove, ogni domenica, si ritrovano per la Messa festiva.
Quali sono la composizione e la presenza di questa Comunità a Milano e in Diocesi?
Si tratta, per la maggioranza, di giovani e di famiglie. Tutti sono in Italia con un permesso di soggiorno regolare e ciò permette di avere una vita più che dignitosa, con un lavoro regolare. L’integrazione – parliamo di qualche migliaio di persone nel territorio della Diocesi – è buona, anche grazie al carattere mite che le contraddistingue. Naturalmente, la comunità più numerosa si concentra a Milano, ma anche nell’hinterland della metropoli e nelle zone più lontane della Diocesi vi sono presenze, tanto che i 3 cappellani – tutti di origine dello Sri Lanka, 2 della Diocesi di Colombo e 1 Scalabriniano – si alternano in diversi luoghi celebrativi. A Milano, come detto, ogni domenica vi è la Celebrazione nella chiesa di San Bernardino, mentre una volta al mese la Messa si svolge nel Tempio civico di San Sebastiano sempre a Milano.
Quindi una comunità di fedeli vivace e numerosa?
Sì, anche se non è tra le più consistenti ed è difficile avere un numero preciso. Mediamente, a San Bernardino, partecipano alla Messa festiva circa 300 fedeli, però, ad esempio, la notte di Natale lasciamo a loro proprio la basilica di Santo Stefano perché arrivano sempre oltre 1500 fedeli.
Sono stati invitate anche comunità straniere?
Sì. Stiamo contattando i vari Cappellani e vi sono già adesioni.
Il Papa: «Cristiani colpiti mentre pregavano»
«Ho appreso con tristezza e dolore la notizia dei gravi attentati che, proprio oggi, giorno di Pasqua, hanno portato lutto e dolore in alcune chiese e altri luoghi di ritrovo dello Sri Lanka». Lo ha detto papa Francesco dopo il messaggio pasquale e la benedizione Urbi et Orbi: «Desidero manifestare la mia affettuosa vicinanza alla comunità cristiana, colpita mentre era raccolta in preghiera, e a tutte le vittime di così crudele violenza. Affido al Signore quanti sono tragicamente scomparsi e prego per i feriti e tutti coloro che soffrono a causa di questo drammatico evento».
Papa Francesco ha parlato nuovamente degli attentati nel Regina Coeli del Lunedì dell’Angelo: «Cari fratelli e sorelle, vorrei esprimere nuovamente la mia vicinanza spirituale e paterna al popolo dello Sri Lanka. Sono molto vicino al mio caro fratello, il cardinale Malcolm Ranjith Patabendige Don, e a tutta la Chiesa arcidiocesana di Colombo. Prego per le numerosissime vittime e feriti, e chiedo a tutti di non esitare a offrire a questa cara nazione tutto l’aiuto necessario. Auspico, altrettanto, che tutti condannino questi atti terroristici, atti disumani, mai giustificabili».