Un momento speciale, dedicato a chi vive la malattia, su entrambi i fronti: quelli che la sperimentano sulla propria pelle e quelli che lavorano per curarla e alleviarne le sofferenze. Il Giubileo diocesano dei malati e degli operatori sanitari si svolgerà in Duomo, sabato 15 febbraio a partire dalle 10, con la possibilità eccezionale – grazie a un accordo tra il Servizio per la Pastorale della salute e i vigili urbani – di poter raggiungere in auto il sagrato del Duomo per agevolare le persone con ridotta mobilità che nei giorni scorsi hanno fatto richiesta dello speciale pass. Ci parla di questa giornata di gioia don Paolo Fontana, responsabile del Servizio per la Pastorale della salute. Rosario e Messa in diretta dalle 10 su Telenova (canale 18 del digitale terrestre), www.chiesadimilano.it e youtube.com/chiesadimilano.
Qual è il significato di questo Giubileo diocesano dei malati e degli operatori sanitari?
Sono tre i punti che vorrei sottolineare. Primo: si tratta di un evento di Chiesa. Come la malattia e la cura sono eventi comunitari, così anche il Giubileo è un atto di cura della comunità. Verso i malati, che vogliamo accompagnare sostenendoli, incoraggiandoli, mettendoci al loro servizio. Ma anche verso il personale sanitario: medici, infermieri, tutti coloro che orbitano intorno alla vita del malato. La comunità cristiana si sente coinvolta perché ritiene che anche con queste persone che curano si debba entrare in una relazione, nella quale la fede ha un posto importante. Secondo: il Giubileo dei malati e degli operatori sanitari vuole essere un evento di grazia. Quella grazia di Dio che accarezza la vita, ma che a volte è difficile intravedere, perché nella relazione di cura entra anche tutto il carico di pesantezza della vita sia dei malati, sia dei curanti. Infine, è un evento di speranza, come ci suggerisce il tema scelto da papa Francesco per il Giubileo. Senza speranza non riusciamo a vivere, la speranza ci spinge a guardare avanti, con tutto quel carico di vita che il Signore Dio continua ad assicurarci. Il Signore annuncia: «Preparo per voi un futuro carico di speranza». Noi vogliamo che questa speranza la avvertano i malati, i loro familiari, il personale sanitario, perché possa diventare uno stile di vita.
In che rapporto è questo evento diocesano con il Giubileo che si svolgerà a Roma?
Di reciproco supporto. Il Giubileo internazionale, che sarà celebrato a Roma il 5 e 6 di aprile, proprio perché evento mondiale, sarà difficilmente accessibile per molti malati. Sarà certamente possibile per tutti seguire la celebrazione eucaristica del Papa tramite i mezzi di comunicazione, ma è comunque importante poter offrire loro anche un evento locale in una chiesa giubilare, che possa anticipare la gioia della Chiesa universale nel Giubileo del 5 e 6 aprile. I due eventi avranno un taglio differente, ovviamente. Quello della Chiesa universale sarà preceduto, il sabato, da un momento di confronto e dialogo con incontri a Roma e comprenderà l’attraversamento di una porta giubilare, cosa che a Milano non sarà possibile, perché il Duomo è chiesa giubilare, ma non ha una Porta Santa.
Come si svolgerà il Giubileo dei malati diocesano?
Il Duomo sarà aperto dalle 9 per l’ingresso, alle 10 vivremo insieme un Rosario meditato, alle 10.30 si celebrerà la Santa Messa giubilare preseduta dall’Arcivescovo e da tutti i sacerdoti che lo desiderano. La partecipazione alla celebrazione è aperta a tutti, senza necessità di prenotazione. Grazie all’aiuto e al supporto delle associazioni che si prendono cura dei malati e alla collaborazione della Polizia locale, siamo riusciti a facilitare la presenza dei malati che fanno fatica a deambulare. A loro saranno inoltre riservati alcuni posti vicino all’altare. Attendiamo anche una nutrita presenza del personale sanitario.