«Sette parole per un’unica liturgia» è il titolo del corso di base di alfabetizzazione liturgica che l’Associazione Opera della Regalità e la rivista Testimoni nel mondo organizzano, in collaborazione con l’Ufficio Liturgico diocesano, tra il 3 e il-31 ottobre. Il corso si tiene per cinque lunedì successivi sulla piattaforma Zoom, alle 18.30, con una breve esposizione sul tema e la possibilità di porre alcune domande; agli iscritti verrà poi fornito un testo riassuntivo della lezione (vedi qui il programma).
L’obiettivo di fondo è quello di favorire una sempre più consapevole partecipazione alla liturgia, per i promotori un modo opportuno per ricordare una delle Opere fondate da padre Agostino Gemelli e Armida Barelli, beatificata lo scorso 30 aprile (vai allo speciale). Negli anni in cui nacque l’Opera della Regalità (1929), si trattava di rendere possibile la comprensione dei testi della liturgia e della stessa Parola di Dio, allora pronunciati in lingua latina. Oggi si tratta di aiutare il popolo di Dio a una comprensione del linguaggio liturgico, affinché il mistero di Cristo diventi, anche grazie alla partecipazione liturgica, il fondamento vero dell’intera vita spirituale.
Obiettivi e caratteristiche del corso
Si richiamano brevemente gli obiettivi che il corso online si propone:
- Restituire alla liturgia centralità nella vita di fede delle comunità, strappandola ai rischi della routine
- Recuperare il linguaggio della liturgia come strumento fondamentale nella vita di ciascun credente, togliendolo da tecnicismi che ne impediscono la comprensione a chi si affaccia ora sulla soglia della vita di comunità
- Offrire uno spazio di formazione e di confronto rispetto la situazione presente delle nostre comunità (ministerialità, varietà culturale delle assemblee, rievangelizzazione delle comunità, riduzione numerica dei partecipanti, nuove forme di partecipazione a distanza) perché ogni azione liturgica si colloca in un tempo, e questo è un tempo di rinascita
- Ridare slancio alle grandi scelte operate a partire dal Concilio Vaticano II: per liturgie a servizio del popolo di Dio, per una più consapevole partecipazione di ogni fedele, per una piena leggibilità e comprensione dei segni e dei riti