In occasione della firma della Charta Oecumenica il cardinale Dionigi Tettamanzi ha indicato la specificità dei cristiani nel mondo, che «non portano valori o ideologie politiche, ma sono testimoni del Vangelo». A firmare e recepire il documento i rappresentanti istituzionali della maggioranza delle chiese cristiane di Milano accompagnati da giovani per indicare la continuità nel futuro dell’impegno ecumenico, consapevoli che le nuove generazioni sono protagoniste già da ora di questo cammino.
di Tomaso Zanda
C’è una piccola folla davanti alla chiesa di santo Stefano. Attendono i rappresentanti delle Chiese cristiane a Milano: ci sono i paramenti sacri tipici di ogni tradizione, la coppia marito e moglie dell’Esercito della Salvezza porta i bambini in braccio. «Sembra incredibile che siano così tanti» dice qualcuno, così tanta differenza qui a Milano. Dopo un piccolo momento di accoglienza la processione entra in chiesa, chiude la fila il cardinal Tettamanzi a fianco di padre Trajan Valdman della chiesa ortodossa romena e presidente del Consiglio delle Chiese Cristiane di Milano. Poi la celebrazione si apre con il canto dell’annuncio “Cristo è risorto”. E’ il presidente del Consiglio delle chiese che saluta i partecipanti alla cerimonia ricordando che la firma della Charta Oecumenica è un gesto importante che si inserisce nel cammino verso l’assemblea ecumenica di Sibiu, nella Romania dello stesso Valdman, fresca del suo ingresso nell’Europa unita.
La celebrazione segue il tema della luce, sottolineato in particolare dal Vangelo di Matteo: «Voi siete la luce del mondo». La pastora valdese Anne Zell, commentando questo brano, ricorda in particolare la questione ecologica augurandosi che la relazione degli uomini e delle donne con la natura sia “discreta e tenera”, sia luce che illumina il disegno di Dio e non lo immerga nelle tenebre.
In un clima di festa, sottolineato anche dal canto dell’alleluja eseguito dalla rappresentanza della Chiesa eritrea, si procede verso il momento centrale della firma della Charta Oecumenica.
Il cardinale Dionigi Tettamanzi in pochi minuti spiega l’importanza di questo documento e lo spirito che lo pervade nel proporre le prospettive di impegno dei cristiani, in particolare in Europa, di fronte alle sfide della missione e della società. Delinea la peculiarità dell’essere cristiani nel mondo. «I cristiani non sono portatori di valori né di ideologie politiche, ma sono testimoni del Vangelo», dice l’arcivescovo. Il compito del cristiano è dunque quello dell’annuncio, testimoniare con la vita il Dio che salva. Il cardinale sottolinea come la firma della Charta Oecumenica impegni la diocesi che la recepisce a pensare in modo ecumenico la testimonianza del Vangelo. «L’ecumenismo deve essere una dimensione che attraversa trasversalmente l’attività pastorale», dice Tettamanzi impegnando ogni parrocchia e realtà a ripensare l’educazione cristiana a tutti i livelli. Firmare la Charta Oecumenica richiede un lavoro prezioso, impegnativo e umile, di persone capaci di mettersi in ascolto e in discussione.
A firmare e recepire il documento i rappresentanti istituzionali della maggioranza delle chiese cristiane di Milano accompagnati da giovani per indicare la continuità nel futuro dell’impegno ecumenico, consapevoli che le nuove generazioni sono protagoniste già da ora di questo cammino.