Per noi ucraini Natale è una festa dalla forte valenza familiare, nel vero senso della parola e soprattutto nei piccoli paesi: tutti i membri di una famiglia rientrano nella propria casa d’origine per festeggiare insieme.
Si comincia il 28 novembre con un digiuno secondo, per importanza, solo a quello quaresimale. Festeggiamo Natale il 7 gennaio, l’8 è la festa dedicata alla Madonna Madre di Dio, il 9 è Santo Stefano martire, il 14 Capodanno (secondo il calendario giuliano), il 19 si celebra la solennità del Battesimo di Gesù: dopo questa data il sacerdote inizia a visitare le famiglie e le benedice. Il periodo natalizio termina il 15 febbraio, con la festa della Presentazione di Gesù al Tempio. Dal 7 gennaio al 15 febbraio ci salutiamo così: «Chrystos narodyvsia, slavimo Iogo» («Cristo è nato, lodiamo Gesù»).
La mattina della vigilia (6 gennaio), dopo aver assistito alla Messa di primo mattino, si prepara il cibo tradizionale. Le pietanze – rigorosamente senza carne o latticini, perché quello della vigilia è giorno di digiuno fino a sera – sono dodici: diversi tipi di ravioli di verdura, involtini di riso, varie specialità di pesce e dolci preparati senza usare grassi e uova. Il piatto principale, senza il quale la vigilia non è vigilia, si chiama Kutia e rappresenta il benessere della famiglia: papavero macinato, farro, miele e noci.
Il padrone di casa, con l’acqua benedetta e un aspersorio da lui costruito, benedice i campi, gli orti e gli animali, ai quali subito dopo dà da mangiare. Prima di cominciare la cena è obbligatorio recitare una preghiera in ginocchio. Il più anziano della tavola benedice le pietanze e tutti i presenti.
Gli ucraini sono molto superstiziosi: sempre alla vigilia, sugli angoli del tavolo viene messo uno spicchio d’aglio da mangiare dopo il Kutia, per avere buona salute per tutto l’anno a venire. Le ragazze che desiderano sposarsi nei dodici mesi successivi escono di casa facendo rumore con alcuni cucchiai: dove il cane abbaia per reagire a quel frastuono, da lì verrà lo sposo.
Il giorno di Natale la famiglia si riunisce nuovamente per la celebrazione della Messa, accompagnata da brani musicali molto conosciuti (Koliada), così che tutta l’assemblea possa partecipare alla loro esecuzione. I testi liturgici e i canti descrivono la gioia per la nascita di Gesù: davvero Dio è nato! Durante il periodo natalizio i Koliada vengono cantati in ogni occasioni di festa in famiglia.
Rientrati a casa, si pranza sempre a base di Kutia e si può mangiare la carne. Dopo pranzo si attende con trepidazione l’arrivo del presepe vivente. Giovani e anziani si travestono per raccontare la storia di Natale: Maria, Giuseppe, gli angeli che annunciano la nascita, pastori, Magi, soldati, re Erode e la morte sconfitta da Gesù appena nato. Tutte le case si aprono per accogliere questa rappresentazione ed essere benedette dal passaggio dei vari personaggi.
A Milano, in San Giovanni in Laterano, sarà proprio la Comunità ucraina, che lì si riunisce, ad allestire il presepe.
(da «Il Segno», dicembre 2018)