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Guerra e religioni

Ucraina, terra contesa e divisa, anche nella fede

L’analisi di Roberto Pagani, responsabile del Servizio per l’ecumenismo della Diocesi

di Annamaria BRACCINI 

7 Marzo 2022
Roberto Pagani

Tra le tante complessità, etniche, politiche, geografiche, che caratterizzano l’Ucraina e che ne hanno fatto da sempre una terra contesa e travagliata, non manca l’aspetto della composizione religiosa con la presenza – per limitarsi all’ambito cristiano che rappresenta il 90% – di diverse Chiese, come spiega il diacono Roberto Pagani, responsabile del Servizio per l’Ecumenismo e dialogo della Diocesi.

Quante sono le fedi professate in Ucraina?
Innanzitutto occorre dire che il mondo ortodosso riguarda oltre il 70% dei fedeli ucraini, a fronte di un 20% di cattolici e di qualche minoranza protestante che conta 7-8 denominazioni diverse, tendenzialmente concentrate nella parte occidentale del Paese. I cattolici sono, per la maggior parte, di rito bizantino. Questa è una Chiesa che ha sofferto molto durante il periodo sovietico: essendo stata dichiarata fuorilegge, i credenti greco-cattolici vivevano la loro fede in clandestinità per non essere forzatamente annessi alla Chiesa ortodossa. Per il resto, circa il 20%, i cattolici sono di rito latino.

E gli ortodossi?
Il mondo ortodosso è molto più complesso perché condizionato da tutta una serie di fattori storici. Con la rivoluzione russa, molti Ucraini emigrarono all’estero; in particolare, s’insediarono in America, creando una struttura ecclesiale non in comunione con il Patriarcato di Mosca. Nel 1990 viene eletto Patriarca di Mosca Alessio II che prevale sul Metropolita di Kiev Filaret Denisenko. Con l’indipendenza dello Stato ucraino, dopo la dissoluzione dell’Unione sovietica, Filaret fonda una nuova Chiesa staccata da Mosca, autoproclamandosi Patriarca di Kiev. Nel 1997 Filaret viene ridotto allo stato laicale e scomunicato dal Patriarca di Mosca, scomunica confermata dal Patriarca di Costantinopoli Bartolomeo. Nel frattempo, la Chiesa in America torna in Ucraina e insedia così la terza Chiesa ortodossa nel Paese. Nel 2018 si celebra un Sinodo che unisce il Patriarcato di Kiev e la Chiesa rientrata in patria e il 6 gennaio 2019 il patriarca Bartolomeo concede l’autocefalia a questo nuovo soggetto ecclesiale. Tale decisione porta alla rottura della comunione tra Mosca e Costantinopoli. Oggi circa 2\3 degli ortodossi si riconoscono nella Chiesa ortodossa di Ucraina in comunione col Patriarcato di Mosca e il rimanente terzo appartiene alla Chiesa ortodossa in Ucraina in comunione con Costantinopoli.

La situazione è ancora così?
Purtroppo si, anzi è andata via via peggiorando. La spaccatura – si ha quasi paura a chiamarla scisma – sta dividendo l’intero mondo ortodosso, tra le Chiese di origine greca e quelle di origine slava, con la nascita di gerarchie parallele sullo stesso territorio, vedi il caso africano.

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