Se in entrambe le Comunità pastorali del Decanato di Treviglio si registra una difficoltà dei ragazzi nella partecipazione ai sacramenti, in particolare alla Messa domenicale, tuttavia, nei diversi incontri dedicati alla pastorale giovanile, si può riconoscere nei giovani un desiderio di continuare il cammino di fede.
All’interno del Decanato sono presenti dal giugno 2018 due preti incaricati di pastorale giovanile, don Giovanni Boellis (Comunità pastorale Madonna delle lacrime) e don Gabriele Corbetta (Comunità pastorale Giovanni XXIII), con il tentativo di allargare gli orizzonti a un livello decanale della pastorale soprattutto per il gruppo Giovani. Proprio per questo si sta costituendo una collaborazione tra gli educatori dei giovani e dei 18enni delle due Comunità pastorali). Il buon rapporto tra i due preti di pastorale giovanile è certamente un aiuto in questa missione.
Soffermandoci in particolare sui cammini dei 18enni e dei giovani, per la Comunità pastorale di Treviglio e Castel Rozzone sono presenti due gruppi di catechesi distinti e di Comunità pastorale (con cadenza quindicinale), mentre per la Comunità pastorale San Giovanni XXIII il gruppo 18enni e giovani è unico di Comunità pastorale. Sul territorio del Decanato risulta proficuo un pensiero di pastorale capace di fare rete con diverse realtà. In particolare è degna di nota l’importanza del legame con il mondo della scuola e dunque con la Pastorale scolastica. Il legame con i diversi istituti scolastici e i relativi dirigenti, l’impegno diretto di alcuni sacerdoti del Decanato nel mondo della scuola sono davvero una grande risorsa per la cura dei giovani sul territorio. Questa esperienza risulta dunque proficua e degna di essere valorizzata nel tempo. Rimane anche importante il legame con il mondo delle associazioni (Ac e Scout), dei movimenti (in particolare Cl) e dello sport (società sportive all’interno degli oratori e quelle sul territorio) in cui molti ragazzi sono coinvolti.
Nella prospettiva del Decanato dunque si tratta di mettersi in cammino davvero verso una pastorale giovanile a 360 gradi, dove la cura per i giovani sia il centro delle preoccupazioni di uno spaccato di Chiesa locale come questo. È condivisa dal clero e dai laici l’urgenza che questo è il tempo di passare dalla logica de «i giovani della mia parrocchia» a quella de «i giovani della mia Comunità pastorale, della mia città e del mio Decanato». L’ottica con cui si vorrebbe camminare è pertanto di una pastorale giovanile integrata e sinodale. Sono tutti consapevoli che la sfida che è ardua, ma al tempo stesso riconoscono che questo è ciò che ci viene suggerito dalla realtà e anche dal magistero di papa Francesco e dell’arcivescovo che spesso insistono su una pastorale in uscita. Si tratterà dunque di intessere relazioni buone e costruttive, sullo stile del Vangelo con tutte quelle realtà abitate dai giovani: il mondo della scuola e dello sport, la realtà dei movimenti e delle associazioni.