Il nuovo anno di Caritas ambrosiana, l’anno del 50esimo anniversario, comincia con una novità: la nomina a vicedirettrice di Erica Tossani, che dal primo settembre affianca nell’ufficio di direzione il direttore Luciano Gualzetti e don Paolo Selmi, vicedirettore dal febbraio 2023.
Tossani, 43 anni, originaria di Bologna, è la prima donna a ricoprire un incarico ai vertici dell’organismo diocesano. Ci arriva da un lungo percorso, che è passato anche per l’Africa: «Ho studiato Scienze internazionali e diplomatiche, con una tesi di diritto internazionale – racconta -. Il mio orientamento lavorativo era quindi verso la cooperazione internazionale. Poi, però, un’esperienza di missione in Kenya ha segnato le mie scelte, personali e professionali: tornata dall’Africa ho maturato la decisione di spendere la mia vita accanto agli ultimi. Cosa che, mi sono resa conto, si poteva fare anche senza partire, rimanendo nel mio contesto di vita, perché c’era tanto bisogno anche vicino a me. Così ho cominciato a occuparmi di accompagnamento delle fragilità».
Da qui la decisione di completare gli studi con la laurea triennale presso l’Istituto per la formazione dei formatori collegato alla Pontificia Università Gregoriana di Roma. È con questo background che Erica Tossani approda in Caritas Ambrosiana nel 2020: «Prima nell’Ufficio Europa e progetti, incarico sicuramente in consonanza con i miei primi studi universitari – racconta -, poi come coordinatrice del Settore volontariato e giovani e infine ora come vicedirettrice».
Quello in Caritas, tuttavia, non è l’unico ruolo in un organismo ecclesiale per Erica Tossani, che è anche membro della Presidenza del Comitato del Cammino sinodale delle Chiese in Italia e, dallo scorso ottobre, facilitatrice all’Assemblea generale del Sinodo dei Vescovi: «Il Comitato del Cammino sinodale – spiega Tossani – è un’assemblea, costituita da esperti a vario titolo (presbiteri, vescovi, laici e laiche), che funge da raccordo tra il livello nazionale del processo sinodale delle Chiese in Italia, vale a dire la Cei, e il livello locale, cioè le singole diocesi».
«L’altro incarico è arrivato dopo un anno – prosegue Tossani -: mi è stato chiesto di partecipare come facilitatrice alla prima sessione della XVI Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi, tappa del cammino del Sinodo universale. A breve, a ottobre, parteciperò alla seconda sessione». In cosa consiste il ruolo di facilitatore? «Il mio compito è agevolare il lavoro dei diversi tavoli in cui si articola l’Assemblea, per quanto riguarda i tempi e le metodologie di lavoro. Inoltre mi impegno per creare al tavolo un clima sereno e di fiducia, così che ognuno possa portare la propria esperienza ecclesiale, ma anche i propri dubbi e le proprie perplessità, senza che le voci più forti prevalgano su quelle più timorose. Poi, nel momento in cui si intravedono convergenze, aiuto il gruppo a fare sintesi. Insomma, il lavoro del facilitatore serve a favorire un discernimento autentico». Un compito molto stimolante: «Sì, è un ruolo molto bello, perché ti costringe ad ascoltare tanto, cosa che siamo così poco abituati a fare nella quotidianità. E questa dimensione di ascolto, senza la preoccupazione di dover rispondere subito, ti permette di andare oltre quello che viene detto, di cogliere lo stato d’animo e il clima emotivo del gruppo».
Senza finire a ragionare in termini di contrapposizione tra i generi, quella dell’ascolto è proverbialmente un’abilità tipica delle donne: «Riconosco che il femminile può portare un grosso contributo nei luoghi e nella ricerca della mediazione – ammette Tossani -. In generale, però, credo molto nella valorizzazione dei singoli contributi, che provengano dal maschile, dal femminile o dallo straniero poco importa». In questo senso, rispetto alla sua nomina in Caritas, Tossani commenta: «Credo che sia un bellissimo segno, perché dice di una Chiesa che fa dei passi concreti nel riconoscimento delle competenze, delle capacità, delle sensibilità e dei talenti, da ovunque essi vengano».
Una prospettiva, quella della valorizzazione dei talenti, che Tossani ha in mente anche per il futuro di Caritas Ambrosiana: «Credo che una delle sfide per il futuro, auspicata anche dal Cammino sinodale, sia far sì che le persone più fragili non siano solo oggetto di cura da parte della Chiesa e della comunità, ma sempre più abbiano uno spazio per portare il loro contributo».