Giuseppe ha 24 anni, viene dal sud e la sua potrebbe essere la storia di tanti coetanei: il desiderio di studiare nelle Università dell’eccellenza della grande città, per costruirsi un domani migliore. Ma il successo che Giuseppe vuole è una vita spesa per il Signore.
di Annamaria Braccini
A Milano, Giuseppe Musardo è arrivato per vocazione – quella vera – che vive ogni giorno preparandosi al sacerdozio come religioso della Società San Paolo. «La via che mi ha portato qui – racconta con semplicità – è la strada della sequela del Signore, del voler stare al servizio di Dio, con la preghiera, anzitutto, che è la base principale della mia giornata, ma anche attraverso altri modi di avviarmi al mio domani di prete».
Religioso Paolino e, dunque, guidato da quella spiritualità forte e per tanti versi profetica, che fu del fondatore, il beato Giacomo Alberione, che diceva «fate la carità della verità». E si capisce subito che l’Ora et labora di Giuseppe – prima professione religiosa l’8 settembre scorso, vita in comunità con 27 tra sacerdoti, fratelli e tre juniores come lui – è molto particolare. «Ogni mattina vado in redazione a Telenova e realizzo i servizi per il Tg. A volte c’è un po’ di fatica – aggiunge – perché contemporaneamente frequento la Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale, ma servire il Signore secondo il carisma della mia Congregazione, che è appunto impegnata nell’annuncio con i mezzi di comunicazione, mi offre grande soddisfazione».
E così, tra un servizio di attualità e i fatti del giorno, tra i computer di montaggio, scegliere le immagini e sapere come commentare la notizia, Giuseppe si incammina verso il futuro che lo attende. «In tutto simile agli altri, perché nessuno in redazione, giustamente, mi fa “sconti” e i sacrifici ci sono», precisa con un sorriso.
Ed è davvero uguale agli altri giovani stagisti, se non fosse che, lui, quando ha finito di “fare” il giornalista, corre sui banchi della Facoltà a studiare san Tommaso e la Teologia contemporanea.
C’è un messaggio che Giuseppe vuole lanciare anche ai suoi compagni di scuola, rimasti a Galatone, «il “mio” paese in provincia di Lecce – spiega con una punta di orgoglio – in riva al mare»: «Ciascuno deve saper guardare con coraggio dentro se stesso e prendere la decisione giusta. Quando la sfida è l’incontro con Cristo, anche se ciò implica cambiare rotta, non bisogna avere paura. Certo, le difficoltà non mancano mai, ma la mia scelta, che ad alcuni può apparire “controcorrente”, è una fonte di autentica gioia».