Gli inizi portano con sé qualcosa di unico, di rinnovato, di vergine; anche le tristezze e gli scoraggiamenti sono illuminati della “Luce divina” che abita il “segreto del mattino” e, chi aveva paura di mettersi in cammino, quando ammira l’incanto dell’alba, decide di riprendere a sperare, a camminare. A cantare.
I corsi Te laudamus, destinati a voci guida, direttori e strumentisti, sono giunti al loro terzo anno di vita, ma docenti e allievi non vogliono perdere l’entusiasmo degli inizi: c’è fretta nell’aria di rimettersi a studiare liturgia, vocalità, direzione dell’assemblea, canto ambrosiano (solo per citare alcune delle materie dei corsi) e nel cuore vive il desiderio di rimettersi in discussione, acquisire nuove competenze, intessere relazioni buone con i fratelli e le sorelle provenienti da altre comunità, certi della presenza del Risorto ogni volta che la Chiesa loda, canta e prega. Ne parliamo con don Riccardo Miolo, collaboratore del Servizio diocesano per la liturgia per quanto concerne la musica.
Di cosa si tratta nello specifico? Come è articolato il corso?
Te laudamus prevede un percorso ordinario comune a tutti i partecipanti, distribuito in un incontro introduttivo a Milano, quattro sabati pomeriggio annuali e un week-end residenziale a febbraio (presso il Centro pastorale di Seveso) per un totale di 36 ore; a queste se ne aggiungono altre 22 in modalità da remoto.
Sono previste lezioni anche per direttori e organisti?
Accanto al percorso ordinario è possibile frequentare lezioni individuali di organo e chitarra e incontri a piccoli gruppi di direzione di coro e vocalità. Il docente personalizzerà il percorso didattico in base agli allievi presenti che, come in una scuola, saranno chiamati a studiare a casa per rendere le lezioni fruttuose per sé e la comunità che li ha mandati.
La comunità, appunto: che ruolo avrà in tutto questo?
Per accedere al corso è necessaria una lettera di presentazione del parroco (o responsabile di comunità) il quale è invitato a sostenere, in toto o in parte, il contributo richiesto. Questa modalità ricorderà all’allievo che il suo carisma è riconosciuto da una comunità specifica, che lo invia e che attende di godere delle sue nuove competenze ed esperienze per crescere nella cura della celebrazione.
Qual è la sede del corso?
Per quanto riguarda la prima annualità, il corso ordinario verrà attivato simultaneamente in quattro città: Milano QT8, Sesto Calende, Parabiago, Lecco – Seveso (due lezioni per ciascuna sede). Per gli iscritti alla seconda annualità (molto consigliata) sarà attiva la sola sede di Milano QT8 (scelta per la posizione centrale nella nostra diocesi). Al termine del percorso verrà consegnato un attestato di partecipazione a chi avrà frequentato almeno il 75% delle lezioni.
La Chiesa sta incentivando l’istituzione di alcuni ministeri, come quello del catechista; pensa che anche chi suona e canta potrà essere riconosciuto tale?
C’è chi vive l’animazione musicale del rito da mestierante e così la sua musica incide di rado sulla sua vita (e su quella comunitaria). Chi invece ha ricevuto un carisma sente come un “fuoco dentro” e non può fare a meno di custodirlo e alimentarlo. Si è commossi dai tanti uomini e donne che, pur con sensibilità differenti, sono riusciti a far maturare un gusto per la partecipazione cosciente al rito con gesti, musica, parole e silenzio. Non escludo che, secondo il desiderio di Paolo VI, anche queste persone possano essere riconosciute pubblicamente dalla Chiesa locale.