Il Consiglio Usmi Regionale Lombardia comunica che sabato 20 ottobre si è tenuta l’Assemblea elettiva dell’Usmi Regionale Lombardia, durante la quale suor Elisabetta Giussani, Superiora generale della Congregazione delle Suore di Gesù Redentore, è stata eletta nuova Presidente. Succede a madre Paola Paganoni, che ha presieduto l’Usmi Regionale Lombardia per due mandati consecutivi.
«I vescovi lombardi accolgono la nomina di suor Elisabetta Giussani a presidente regionale Usmi con gioia, gratitudine e speranza, congratulandosi con lei – dichiara monsignor Paolo Martinelli, Vescovo ausiliare ambrosiano e delegato Cel per la vita consacrata -. Infatti Usmi (religiose), Cism (religiosi) e Ciis (istituti secolari) collaborano con la Conferenza episcopale lombarda attraverso una struttura di confronto stabile composta dalle rappresentanze degli organismi di comunione della vita consacrata e da tutti i vicari o delegati per la vita consacrata nelle varie diocesi. I vescovi lombardi ringraziano anche la presidente UsmiI uscente, madre Paola Paganoni, che ha svolto questo servizio per 10 anni con grande dedizione; anni molto fecondi che hanno generato molte iniziative di collaborazione tra Vescovi lombardi e vita consacrata».
La nuova Presidente
Suora di Gesù Redentore da 21 anni e da 5 Superiora della Congregazione, suor Elisabetta svolge servizio di educatrice nella Comunità di pronta accoglienza in Villaluce, opera primaria nata nel settembre del 1980 dal carisma delle Suore di Gesù Redentore per volontà del cardinale Carlo Maria Martini. È una costellazione di Comunità educative distribuite sul territorio di Milano. Le Comunità sono appartamenti che ospitano ragazze adolescenti e giovani tra i 14 e i 21 anni, che hanno alle spalle gravi disagi familiari. Ogni ragazza è accolta a Villaluce attraverso un decreto del Tribunale per i Minorenni, con il quale viene allontanata dalla famiglia (dichiarata provvisoriamente inadeguata alla crescita della figlia) e affidata al Servizio sociale del Comune di provenienza, che poi colloca la ragazza in Comunità. Le varie Comunità sono suddivise in tre Aree educative corrispondenti, per le ragazze, ai livelli di autonomia e capacità di responsabilizzazione progressive nel mettere in atto il proprio Progetto Educativo Individualizzato.
Così suor Elisabetta racconta la propria esperienza: «Ho conosciuto Villaluce tramite il sacerdote coadiutore della mia parrocchia di origine, a Carate Brianza. Avevo circa 22 anni e stavo facendo un percorso di discernimento spirituale, durante il quale avevo conosciuto altre comunità religiose e avevo capito che nella mia scelta di vita due elementi sarebbero stati essenziali: la preghiera e la condivisione con i poveri. Avevo una lunga esperienza di animazione con le adolescenti e i miei studi mi avevano fatto approfondire e indagare le profondità del cuore dell’uomo e le leggi dell’universo. La mia sete di amore, donato e ricevuto, era grande e una dimensione di vita familiare non l’avrebbe saziata. Ho compreso pian piano che ero chiamata a una vita consacrata e fraterna. Nel mio discernimento è stato decisivo l’incontro con suor Teresa Gospar, leader carismatica del gruppo fondatore di questa Comunità. In lei ho visto una donna pienamente realizzata nella sua umanità, consacrata con gioia e con tutta se stessa a Dio, libera nel parlare di sé e della sua relazione con Dio e con gli altri, appagata nelle sue esigenze umanissime di donna portatrice del dono della femminilità, della sponsalità, della maternità e della fraternità, capace di uno sguardo contemplativo su di sé e sul mondo, uno sguardo penetrato dallo Spirito Santo, che va oltre le apparenze e mira dritto al divino che sempre c’è. Il Signore mi ha messo davanti una donna davvero diversa da me, che ero abbastanza introversa e poco esperta nella relazione schietta e coraggiosa, e mi ha fatto sentire una fortissima sintonia spirituale. Madre Teresa mi ha detto: “Se vuoi capire se sei chiamata a essere Suora missionaria di Gesù Redentore, oltre a incontrarti con me, stai con le ragazze: loro te lo faranno capire”. E così è stato. Dopo due anni di servizio, un fine settimana una volta al mese, in una Comunità educativa come volontaria, ho deciso di entrare in questa Comunità. Cerco di essere Superiora con amore e cura per ogni sorella e per l’animazione spirituale e il governo di tutta la Comunità. In questi anni non sono mancate le difficoltà e le fatiche, ma sono fortemente felice della mia vita di religiosa educatrice».