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Sirio 01 - 10 novembre 2024
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Brianza

Seregno si prende cura dei senza dimora

Ospitati 24 ore su 24 nei padiglioni dell’Opera Don Orione. L’iniziativa è promossa dalla Caritas locale con il sostegno di tutta la città. È una riprova che le «alleanze» sul territorio tra realtà religiose e civili sono possibili oltre a essere capaci di generare gesti di solidarietà anche inaspettati

di Luigi LOSA

5 Maggio 2020

Un uomo sdraiato su una panchina di cemento tra i binari della stazione di Seregno. È nato da questa fotografia inviata su whatsapp ad alcuni cattolici di associazioni e gruppi già impegnati in un «tavolo migranti» per coordinare interventi per i richiedenti asilo, il «piano freddo» per persone senza dimora che da tre anni, dopo un primo tentativo andato a vuoto, dà ospitalità da novembre ad aprile a una ventina circa di persone di sesso maschile. La più parte sono italiani, residenti nel Comune, ma anche in cittadine limitrofe, e stranieri. Un’iniziativa coordinata dal Centro di ascolto Caritas seregnese unitamente alla Caritas cittadina, alla locale scuola di italiano per stranieri «Culture senza frontiere» (in attività da oltre vent’anni con più di trecento «allievi», uomini, donne e minori di ogni ciclo scolastico), il supporto di una quarantina di volontari di ogni età.

L’intera Comunità pastorale San Giovanni Paolo II (sei parrocchie) con il parroco monsignor Bruno Molinari ha sostenuto sin dal primo istante l’attività di accoglienza anche con raccolte di fondi nei periodi «forti» di Avvento e Quaresima. Così come l’amministrazione comunale, dal sindaco Alberto Rossi all’assessore ai servizi sociali Laura Capelli, ha assicurato subito e costantemente il necessario supporto finanziario al pari della Fondazione Ronzoni Villa.

Determinante in ogni caso è risultata la generosità dell’Opera Don Orione presente a Seregno giusto da 70 anni (il programma delle celebrazioni è stato purtroppo mutilato dalla pandemia) e che gestisce una residenza sanitaria per anziani e una residenza sanitaria per disabili. Nell’originario padiglione del Piccolo Cottolengo Don Orione di via Verdi che ha ospitato per quattro anni una ventina di richiedenti asilo ha trovato posto, per il primo anno in coabitazione, il «piano freddo» con una decina di posti letto. Negli anni a seguire, dal 2017 a oggi l’accoglienza dei senza dimora è proseguita raddoppiando il numero di posti a disposizione degli ospiti con sei camere a tre letti, quattro bagni/doccia, una dispensa-guardaroba, una sala da pranzo e soggiorno. Una riprova, ove ve ne fosse bisogno, che le «alleanze» sul territorio, tanto care e auspicate anche dall’Arcivescovo, tra realtà religiose e civili sono possibili e concretizzabili e sono capaci di generare ulteriori gesti di solidarietà anche inaspettati.

«Con l’emergenza coronavirus – raccontano Gabriele Moretto e Davide Massaro, responsabili il primo della Caritas e il secondo del Centro di ascolto – e soprattutto con il lockdown del 10 marzo si è posto il problema del “iorestoacasa”, ma se uno poi la casa non ce l’ha? E immediatamente si è deciso di trasformare l’accoglienza notturna (dalle 18.30 alle 8.30) in un’accoglienza tout court, 24 ore su 24». Questo ha comportato che agli ospiti, oltre al pasto caldo serale e a una piccola colazione, si dovesse assicurare almeno un piatto di pasta, cosa di cui l’Opera Don Orione si è fatta immediatamente carico. Ma sin dai primi giorni non pochi esercizi commerciali costretti alla chiusura hanno incominciato a donare alimenti che hanno integrato i pasti. A Pasqua è stato donato un pranzo ad hoc da un esercizio di ristorazione a domicilio così come la sera della vigilia di Natale un ristorante della città aveva invitato a cena tutti i senza dimora di Seregno.

Negli anni la solidarietà attorno a questa realtà è sempre cresciuta. Naturalmente l’estensione del servizio di accoglienza ha comportato un incremento dei costi in quanto nella struttura è sempre presente un educatore di una cooperativa del Consorzio cooperative Brianza di Monza. A ciò ha provveduto un finanziamento della Fondazione della comunità di Monza e Brianza attraverso il Fondo emergenza coronavirus appositamente costituito proprio per sostenere gli interventi delle realtà caritative e del terzo settore del territorio.