È possibile che una festa devozionale, particolare e radicatissima, varchi l’oceano e si trapianti in un altro continente? La risposta è sì. È successo con la festa del Señor de los milagros, appuntamento imperdibile per ogni peruviano che si rispetti, ormai da anni celebrata anche nella Diocesi di Milano. Quest’anno la processione si terrà domenica 27 ottobre a Lecco: partenza alle 11 da Pescarenico, arrivo previsto verso le 14 nella Basilica di San Nicolò per la celebrazione.
La Hermandad Señor del los milagros, la confraternita che organizza la processione, ha origini antichissime. Nacque in Perù nel XVI secolo, a seguito di una serie di terremoti che distrussero la capitale Lima, lasciando però miracolosamente intatto un muro sul quale uno schiavo angolano liberato aveva dipinto l’immagine del Cristo, immediatamente divenuta oggetto di venerazione. Inizialmente la confraternita, che aveva finalità di preghiera e di mutuo aiuto, era formata da ex schiavi angolani. Questo è il motivo per cui l’abito di chi sfila in processione prevede un cappio al collo, che ricorda la catena di schiavitù spezzata.
Oggi la processione coinvolge milioni di persone in Perù, come spiega don Alberto Vitali, responsabile dell’Ufficio per la pastorale dei migranti: «Tutto il mese di ottobre è dedicato al Señor del los milagros, che attualmente è la devozione più grande nel Paese, con almeno tre grandi processioni che bloccano letteralmente Lima, la capitale. Con il fenomeno dell’immigrazione la festa è stata portata in tutto il mondo».
Spiega ancora don Vitali: «A Milano la Hermandad è nata spontaneamente nel 1996, mentre nel 2008 è stata riconosciuta come confraternita diocesana. Attualmente conta 217 persone, divisi in 7 quadriglie (gruppi) su tutto il territorio ambrosiano. La processione si tiene ogni anno in un luogo diverso e solo una volta ogni tre a Milano, con la celebrazione in Duomo».
«La processione del Señor del los milagros – sottolinea don Vitali – contribuisce a un arricchimento reciproco tra fedeli cattolici provenienti da diverse culture, così come previsto dal Sinodo Chiesa dalle genti». Certo, a prima vista può essere una devozione un po’ lontana dal nostro sentire, ma, ribadisce don Vitali, è comunque «una bella testimonianza portata da fratelli venuti da lontano, che ci ricorda come i due aspetti della devozione e della fraternità si congiungono in un atto di fede autentico. Tanto è vero che ci sono sempre alcuni italiani che partecipano. Sto infatti pensando che, durante la processione, potremmo proporre alcuni testi dei Promessi sposi, visti i luoghi manzoniani che toccheremo, per sottolineare come si tratti della stessa fede, solo espressa in termini diversi».
La festa è preceduta da una novena, che quest’anno «terminerà venerdì 25 ottobre, con la tradizionale festa conclusiva, per consentire alla confraternita la partecipazione alla Veglia missionaria di sabato 26 ottobre, nella quale sarà coinvolta con un piccolo servizio per la celebrazione», conclude don Vitali.