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Sirio 11 - 17 novembre 2024
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18 maggio

Seguire Gesù, uomo libero

Come vivere i consigli evangelici nell’epoca della secolarizzazione? Questo il contesto tematico dell’ultimo incontro del corso sull’inserimento della Vita consacrata nella Chiesa particolare

di monsignor Paolo MARTINELLI Vescovo ausiliare e Vicario episcopale per la Vita consacrata

10 Maggio 2019

Il carisma della vita consacrata, ci ricorda papa Francesco, non è un «pezzo da museo» o cosa da «sigillare in bottiglia», ma un dono che va sempre riscoperto e rischiato nel presente. Per questo la vita consacrata, radicata nella sequela di Cristo, deve sempre interloquire con i grandi cambiamenti culturali e sociali.

È inevitabile porsi a questo proposito la domanda: come vivere i consigli evangelici in un’epoca come la nostra, segnata profondamente dai processi di secolarizzazione e dalla cosiddetta postmodernità; come vivrebbero oggi la loro consacrazione San Francesco d’Assisi, Santa Teresa d’Avila o Sant’Ignazio di Loyola? In realtà, quando la vita consacrata si interroga sull’obbedienza, sulla povertà e sulla castità, riflette su qualche cosa che riguarda ogni battezzato, poiché ciascuno nel suo stato di vita è chiamato a seguire Gesù.

Per questo nell’ultimo incontro del corso sull’inserimento della Vita consacrata nella Chiesa particolare, che si svolgerà sabato 18 maggio alle 9.30 in via sant’Antonio 5 a Milano, ci interrogheremo su cosa voglia dire vivere i consigli evangelici oggi. Si può immediatamente rilevare come questi contrastino fortemente con alcuni imperativi della cultura contemporanea: quale può essere il significato dell’obbedienza nella cultura della libertà assoluta che desidera emanciparsi da ogni legame? Quale povertà evangelica nel tempo della manipolazione genetica, dello sfruttamento ambientale e dell’uomo come “esperimento di se stesso”? Quale il senso di un amore casto nel tempo in cui l’unico dovere sembra essere quello del godere a tutti i costi?

In realtà, se ascoltiamo attentamente il cuore dell’uomo e della donna di oggi, ci accorgiamo delle profonde ferite che segnano l’umanità: la libertà appare spesso delusa e incline a cedere a dipendenze occulte; le nuove possibilità tecnoscientifiche, per quanto grandi e affascinanti, fanno sorgere ancora la domanda di Gesù: “Che giova all’uomo guadagnare il mondo intero, se poi si perde o rovina se stesso?” (Lc 9,25); per non parlare degli amori feriti, dei corpi umiliati e di un godimento che spesso ha più il sapore della disperazione che della gioia.

Ecco dunque le domande che si pongono alla vita consacrata: come mostrare la libertà dei figli di Dio vivendo oggi l’obbedienza della fede; come tornare a custodire il dono della creazione, la nostra casa comune, e come promuovere un’autentica solidarietà con i bisognosi, praticando con letizia la povertà evangelica; come vivere gli affetti e le relazioni, liberi dalla logica del ricatto e della paura, mediante la pratica di un amore casto? La vita consacrata si gioca qui la possibilità di un’autentica testimonianza tanto importante per l’uomo postmoderno, iperconnesso e superaccessoriato, ma smarrito e bisognoso di un senso per cui vivere.

Proprio di questo si parlerà sabato 18 maggio, insieme alla professoressa Michelina Tenace della Pontificia Università Gregoriana, e ad alcuni membri di istituti di vita consacrata: mostrare che “chiunque segue Cristo, l’uomo perfetto, diventa anch’egli più uomo” (Gaudium et spes 41).

I relatori

Con l’incontro di sabato 18 maggio termina il corso sull’inserimento della Vita consacrata nella Chiesa particolare, voluto dai Vicari episcopali insieme agli organismi di comunione Cism, Usmi e Ciis, in collaborazione con il Centro studi di Spiritualità della Facoltà teologica dell’Italia settentrionale. Il corso, pensato in stretto rapporto con il Sinodo “Chiesa dalle Genti” voluto dall’Arcivescovo, si è rivolto a tutte le persone consacrate, in particolare a quelle provenienti da altre culture e nazioni.
Nell’ultimo incontro, aperto a tutti gli interessati, la relazione principale sarà tenuta dalla profesoressa Michelina Tenace, che ha studiato filosofia in Francia, si è laureata in Letterature moderne straniere all'Università "La Sapienza" di Roma, ha ottenuto il dottorato di ricerca in Teologia alla Pontificia Gregoriana, dove oggi insegna antropologia teologica come professore ordinario; è membro permanente del "Centro Studi e Ricerche Ezio Aletti" e ha al suo attivo molto interventi sulla vita consacrata. Alla sua relazione e al dibattito con i partecipanti, faranno seguito alcune testimonianze sulla pratica dei consigli evangelici oggi, da parte di suor M. Rosario Trujillo (missionaria di Gesù Eterno Sacerdote), suor Maria Barbara Pietkun (missionaria di Cristo Re), suor Annie Zeena Rajan Jessy (suora della Carità di Santa Giovanna Antida Thouret), padre Stephen Alfred Odhiambo Otieno (missionario della Consolata) e Francesca Fontana (Piccole Apostole della Carità). Moderatore monsignor Claudio Stercal, professore ordinario alla Facoltà teologica dell’Italia settentrionale.

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