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Sirio 01 - 10 novembre 2024
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Donne

«Seconda stella», la rinascita dopo la violenza

Reinserire le vittime nella società, dopo la prima fase di anonimato e di alloggi protetti. Oliviero Motta, presidente della cooperativa Intrecci, spiega così le finalità del progetto

di Stefania CECCHETTI

7 Luglio 2023
Foto Pixabay

Accompagnare le donne vittime di violenza in un percorso di reinserimento, dopo la prima fase di protezione e di rielaborazione di quanto subito. È l’obiettivo del progetto «Seconda stella», realizzato da una cordata di enti del Rhodense e del Garbagnatese, con capofila la cooperativa Intrecci, socia di Consorzio Farsi Prossimo. L’intervento è finanziato da Fondazione Comunitaria Nord Milano e cofinanziato dagli Ambiti territoriali di Rho e Garbagnate Milanese.

Ce ne parla Oliviero Motta, Presidente della cooperativa Intrecci e segretario della Caritas della Zona Pastorale di Rho: «Da ormai sei anni – spiega Motta – esiste nel territorio dei Comuni del rhodenese e del bollatese una rete finalizzata a contrastare la violenza contro le donne e a dare loro ascolto e protezione nel caso di problemi seri. Questa rete sta mettendo in campo tutta una serie di interventi, tra cui alcuni interventi più “classici”, come lo sportello di ascolto e sostegno alle donne in difficoltà e gli appartamenti rifugio, che sono necessari in caso di violenza fisica e di situazioni gravi».

Adesso invece arriva il progetto «Seconda stella»: «Il progetto è un po’ l’ultimo pezzettino che mancava – spiega Motta -. È finalizzato a promuovere l’autonomia delle donne vittime di violenza dopo l’uscita dai percorsi di protezione. Agiamo attraverso due livelli di intervento: il primo è un’attività di tutoring da parte delle educatrici per sostenere le donne nel percorso di riconquista dell’autonomia, nel senso più ampio del termine: abitativa, lavorativa, di gestione del proprio budget. La seconda azione, invece, comporta il coinvolgimento della comunità, in particolar modo delle imprese sul territorio. Cerchiamo aziende che, sulla scorta della responsabilità sociale d’impresa, siano disponibili da un lato a intraprendere delle azioni di sensibilizzazione presso i propri lavoratori dipendenti e, dall’altro, a mettere a disposizione postazioni lavorative per tirocini formativi o tirocini finalizzati all’assunzione delle donne».

Un tema “caldo” nell’ovest milanese

Il tema della violenza contro le donne è un tema caldo nell’ovest milanese, come spiega Motta: «La violenza contro le donne purtroppo è ovunque. Devo dire, però, che il nostro territorio è finito sotto la lente di osservazione dei media dopo l’episodio drammatico di Senago, che tra l’altro è uno dei comuni in cui opera il progetto “Seconda Stella”. Episodio che ha molto scosso la popolazione».

A questo bisogno di tutela particolarmente sentito il progetto risponde in maniera molto specifica: «Andiamo a intervenire – illustra Motta – sul problema dei tempi, purtroppo lunghi, che le donne rischiano di passare dentro gli appartamenti protetti, che ovviamente sono una fase essenziale del percorso, ma che a un certo punto deve avere un termine. Non si può pensare di vivere per sempre sotto protezione e anonimato, a un certo punto ci deve essere un ritorno alla vita autonoma». Un percorso che spesso viene ostacolato da mille difficoltà, di diverso ordine: «Allo stato attuale è difficile per la rete degli operatori dedicare le risorse, il tempo e le energie necessari per portare avanti questa fase, perché tutte le energie sono concentrate sulla prima parte del percorso, quella di protezione e di rielaborazione della violenza subita. Erano necessari degli operatori – o meglio operatrici, perché spesso in questi servizi lavorano donne – dedicate, non solo competenti, ma connesse con i servizi sul territorio, che nella quasi totalità dei casi non è lo stesso territorio dove si trovano gli alloggi protetti, per ovvie ragioni di sicurezza», conclude Motta.

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