Ieri la giornata è iniziata presto per tutta la Valsolda e il Porlezzese: alcuni in bus navetta, altri a piedi, tutti si sono messi in cammino verso il Santuario della Caravina, in attesa dell’arrivo dell’Arcivescovo. Il tempo era incerto e le notizie che provenivano dalla pianura e dal Lago di Como non erano rassicuranti, ma la Madonna ci ha pensato: un vento impetuoso ha tenuto lontano le nubi e la pioggia.
Il cardinale Scola è arrivato puntuale, soffermandosi a salutare e benedire le persone – in modo particolare i bambini – che incontrava lungo la strada. In processione a partire dalla cappella dedicata a San Carlo insieme ai sacerdoti del decanato di Porlezza, l’Arcivescovo si è recato al Santuario per celebrare il giubileo dei 450 anni dal Miracolo della Caravina: l’11 maggio 1562, infatti, due donne di Puria e Dasio videro lacrimare la Madonna dell’immagine che ora è posta sull’altare maggiore.
Alla Santa Messa hanno partecipato circa 600 fedeli, guidati nel canto dalla Corale polifonica valsoldese, unita al coro parrocchiale di Porlezza. Erano presenti tutte le Comunità pastorali del decanato, dalla Val Cavargna fino a Carlazzo, Porlezza e la Valsolda.
Nella sua omelia l’Arcivescovo ha offerto una riflessione partendo da due espressioni della Supplica alla Beata Vergine della Caravina: «Regina d’amore e di dolore» e «Vergine santa, che mescolasti le tue lacrime al Sangue del tuo Figlio». Con grande intensità ha comunicato come, alla luce della risurrezione di Gesù, siamo chiamati alla conversione e alla testimonianza nella vita quotidiana.
Come lui stesso ha ricordato, l’Arcivescovo ha desiderato compiere questa visita non solo per celebrare il solenne anniversario, ma anche perché gli ha permesso di ricordare con piacere la sua prima esperienza di servizio pastorale, quando, negli anni 1959/61, con altri amici saliva da Malgrate e da Lecco in Val Cavargna e in Valsolda, per il catechismo e l’animazione dei ragazzi.
Terminata la celebrazione, l’Arcivescovo ha salutato quanti desideravano incontrarlo, fermandosi a contemplare la bellezza del lago e delle valli. Si è poi intrattenuto per il pranzo con i sacerdoti: un’occasione molto semplice e familiare di conoscenza e di scambio di idee e opinioni sulla vita pastorale di queste terre e della Diocesi.