«C’è una convinzione che nasce da tutta la nostra tradizione, molto segnata dalla Scrittura, che coniuga sempre l’elemento salute a quello della salvezza: il paziente che domanda la guarigione, anche senza saperlo, domanda nello stesso tempo di poter durare sempre, di poter andare oltre la morte, che lui valga: è il desiderio che ogni uomo ha nel cuore, di una durata più lunga che non sia una fantasia o un’illusione…»: l’ha detto l’Arcivescovo, cardinale Angelo Scola, intervenendo questa mattina all’inaugurazione del nuovo Pronto Soccorso del Policlinico nella sua veste di parroco dell’Ospedale Maggiore di Milano.
L’incontro è stato aperto dal presidente della Fondazione Ca’ Granda Policlinico Giancarlo Cesana, che ha ricordato la tappa precedente della ricostruzione del padiglione Monteggia e la prospettiva di costruire il nuovo ospedale («abbiamo a disposizione già metà dei soldi necessari e prevediamo di incassare l’altra metà nel giro di otto anni, che è il tempo di costruzione dell’ospedale»), e dal direttore generale Luigi Macchi, che ha invece rievocato la lunga sistemazione della nuova struttura, ringraziando le tante competenze che «hanno dimostrato come la pubblica amministrazione non sia d’intralcio alle attività, ma sia capace invece di leggere e di entrare nel merito delle diverse istanze a tutela dei cittadini, dei malati e dei lavoratori».
Ha poi preso la parola Roberto Maroni, presidente della Lombardia, soddisfatto per «la grande collaborazione tra Regione, Comune, Governo e Irccs Fondazione Ca’ Granda Policlinico per dare ai milanesi e ai lombardi il meglio che c’è e che è possibile. Abbiamo l’ambizione di essere la Regione che in Italia e in Europa rappresenta l’eccellenza nel sistema socio-sanitario». Maroni ha concordato con Cesana sull’idea di coinvolgere anche l’Università degli Studi alla riunione per il revisione dell’accordo di programma tra Regione, Ministero e Irccs prevista lunedì 18 maggio.
Quindi l’intervento del Cardinale, che ha ricordato come «l’ospedale resta un forte luogo di crescita di civiltà, perché l’uomo si pone certe questioni di fondo inevitabilmente quando si manifesta la precarietà della sua vita». Citando il Salmo 48,13 («L’uomo nella prosperità non comprende, è come gli animali che periscono») Scola ha spiegato che «la Chiesa ce lo fa pregare e i nostri fratelli ebrei lo pregano regolarmente tutte le settimane e ognuno di noi ha l’esperienza di questo». Rivolgendosi ai medici, ha poi ricordato che il paziente «si pone come persona alla mercé della vostra scienza, esperienza, ma anche arte terapeutica, che non è riducibile a una somma di atti clinici, proprio perché coinvolge anche il senso della vita di tutta la vostra personalità». E ha aggiunto: «Chi non si lascia un po’ ferire da un paziente ferito, alla lunga non sarà neanche un grande clinico o un grande terapeuta, perché l’uomo è uno solo e alla fine ciò che conta è come lui si gioca con il senso della vita». Con il suo augurio «concentrato nel riconoscimento e nella gratitudine che la Chiesa, ma credo la grande città di Milano, debba avere per un’impresa come questa, anche nella prospettiva futura che ancora attende», il Cardinale ha infine dato la sua benedizione.
Il vicepresidente e assessore regionale alla Salute Mario Mantovani ha ringraziato medici, infermieri e volontari che nel loro impegno mettono il proverbiale «cuore in mano». In rappresentanza del sindaco di Milano è intervenuta Cristina Tajani, assessore comunale alle Politiche per il lavoro, sviluppo economico, università e ricerca, che si è augurata che le recenti giornate di grande orgoglio per Milano, «in cui abbiamo saputo dimostrare che con uno sforzo di cooperazione plurale tra soggetti diversi e uno scatto di virtù civica si possono costruire rapporti cooperativi vincenti» proseguano a vantaggio di tutti anche nei prossimi mesi.
È seguita poi la visita al nuovo Pronto Soccorso, con ingresso in via San Barnaba 8, inaugurato insieme al Dipartimento di Emergenza Urgenza, che entro l’anno ospiterà 104 nuovi posti letto e 4 sale chirurgiche all’avanguardia.