«La vita stessa è vocazione… Solo entro questa prospettiva i cari ordinandi e tutti noi possiamo poi ricevere, in pienezza, la chiamata al nostro proprio stato di vita. Il carissimo Servo di Dio Mons. Luigi Giussani non ha mai smesso di rifarsi a questa verità del nostro io, educando così a superare ogni rischio di autosufficienza, in particolare quello di ridurre il ministero sacerdotale a puro ruolo e, per finire, a strumento di potere che genera derive clericali»: è un passaggio dell’omelia pronunciata dall’Arcivescovo di Milano, cardinale Angelo Scola, nella celebrazione eucaristica da lui presieduta sabato 24 giugno, nella Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma, per le Ordinazioni presbiterali e diaconali della Fraternità sacerdotale dei Missionari di San Carlo Borromeo.
L’Arcivescovo ha ordinato due presbiteri: Marco Vignolo, 33 anni, di Rapallo (Genova), e Mattia Zuliani, 29 anni, di Brenna (provincia di Como, diocesi di Milano). Ordinati anche cinque diaconi: Antonio Acevedo, 29 anni, colombiano; Michele Baggi, 33 anni, di Fogliano Redipuglia (Gorizia); Patrick Valena, 27 anni, di Delebio (Sondrio); Emanuele Fadini, 32 anni, di Calcinate (Bergamo); Luca Montini, 28 anni, di Lumezzane (Brescia).
A tutti loro l’invito cordiale del Cardinale «a perseguire, con indomabile umiltà, un’esistenza consegnata, offerta, in una parola un’esistenza eucaristica, perché la salvezza operata dall’unico ed eterno Sacerdote continui a raggiungere, per opera dello Spirito, la libertà di tutti gli uomini e di tutte le donne lungo la storia». Riguardo lo stile con cui attuare il ministero, Scola ha esortato a «una testimonianza di santità, vero motore di ogni rinnovamento», precisando: «Diventate ministri ordinati della Chiesa in un contesto che è, in modo del tutto speciale, missionario. Non a caso la vostra realtà ecclesiale è nata, con questa prospettiva, da un’intuizione, condivisa con il Servo di Dio Mons. Luigi Giussani, di S.E. Mons. Massimo Camisasca che ha saputo collocarla nel grande alveo del carisma del fondatore di Comunione e Liberazione». Di qui la sua esortazione: «Siate audaci! Evitate ogni forma di mondanità», come raccomanda papa Francesco. E ha concluso: «Vi sosterrà la fedeltà alla Fraternità sacerdotale dei Missionari ormai sparsa in vari Paesi del mondo. Infatti da un’appartenenza libera, consapevole, spalancata a 360° nasce l’autentica carità sacerdotale».
Don Mattia Zuliani è destinato in missione in Kenya, nella casa di Nairobi, dove lavorerà nelle scuole nate dalla presenza del movimento di Cl e dalla parrocchia di St Joseph, nel quartiere di Kahawa Sukari. «Ci sono venti cappelle della parrocchia a cui, a turno, si va a dire messa – ha spiegato dopo l’ordinazione -. È bellissimo entrare in quelle piccole chiese di fango e lamiera e trovare i fedeli vestiti a festa. Sono molto grato di questo periodo iniziale. Posso vivere profondamente il silenzio durante la giornata riflettendo sul mio desiderio di dipendere totalmente da Dio. Riflettendo sulla sua vocazione ha commentato: «Ho scoperto che il prete è una persona viva, che sa amare profondamente. Ci vollero diversi anni: al fondo c’era il timore di una scelta definitiva e in superficie gli interessi e le mode più svariate, che mi investirono durante gli anni del liceo. Vivevo superficialmente, “divertendomi”».