Giovedì 19 dicembre, in occasione della Festa dei santi innocenti martiri cui è dedicata la cappella della Clinica Mangiagalli di Milano, l’arcivescovo Angelo Scola si recherà in visita alla struttura e alle 12.30 celebrerà la Messa. Per la verità la Chiesa celebra la liturgia il 28 dicembre, ma cadendo in periodo di vacanza la Festa viene sempre anticipata di qualche giorno per assicurare la presenza del personale. A dirlo è Stefania Ganassin, ausiliaria diocesana che da 13 anni collabora con la cappellania del Policlinico e che ha contribuito all’organizzazione dell’evento.
«Già due anni fa, quando l’Arcivescovo era venuto per la stessa occasione – spiega -, aveva chiesto di poter visitare un reparto ed era andato in geriatria. Quest’anno, invece, ha espresso il desiderio di recarsi in un reparto di bambini. D’accordo con la direzione, è stata scelta la chirurgia pediatrica». Il cardinale Scola quindi visiterà il reparto, incontrando i bambini, i genitori e il personale.
In chirurgia pediatrica si trova di tutto, dai neonati ai bambini più grandicelli, con le malattie più diverse, fino a qualche piccolo paziente oncologico. «I problemi che hanno i grandi possono averli anche i bambini – commenta Stefania -. Le patologie gravi richiedono interventi chirurgici e qui ne affrontano di grossi anche sui neonati».
Dopo la visita al reparto Scola celebrerà la Messa. «Ora che l’ospedale è una fondazione vedrà presente anche il personale del Policlinico, ma la liturgia è quella dei santi innocenti, quindi riguarderà in particolare i bambini». La Mangiagalli dispone di diversi reparti per garantire la massima assistenza alle mamme prima e dopo il parto. Vi si trovano quarantenni che hanno fatto l’inseminazione, ma anche donne che, affette da patologie particolari, arrivano da tutta Italia per partorire qui. Nella clinica possono infatti essere curate tutte le malattie e allo stesso tempo si può portare a termine la gravidanza. Ma questo spiega anche i dati statistici allarmanti, per cui risulta che in Mangiagalli si effettuano più parti cesarei che in altri ospedali: la verità è che, di fronte all’età avanzata delle madri e a serie patologie, bisogna in tutti i modi tutelare le future mamme e i nascituri.