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Sirio 15 - 21 luglio 2024
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Zona IV

Saronno, l’Arcivescovo presiede i funerali del prevosto Galimberti

Martedì 5 marzo, alle 15, nella chiesa di San Pietro e Paolo, le esequie del responsabile della Comunità pastorale Crocifisso risorto, scomparso il 2 marzo a 71 anni. Don Antonio Novazzi, suo compagno di ordinazione sacerdotale: «Un uomo di grande libertà e disponibilità interiore»

di Emilia FLOCCHINI

4 Marzo 2024
Monsignor Claudio Galimberti

La notizia della morte di monsignor Claudio Galimberti, avvenuta la mattina di sabato 2 marzo nell’ospedale di Saronno a causa di un tumore, ha rattristato molti fedeli della diocesi, oltre i confini della Comunità pastorale Crocifisso Risorto, della quale era responsabile dal 2021. Augusto Airoldi, sindaco di Saronno, ha indetto il lutto cittadino per martedì 5 marzo, giorno dei funerali, presieduti dall’arcivescovo monsignor Mario Delpini alle 15 nella chiesa prepositurale dei Santi Pietro e Paolo a Saronno (qui l’omelia dell’arcivescovo).

Don Antonio Novazzi, attualmente Vicario episcopale per la Zona Pastorale VII, ha condiviso con Galimberti gli anni della formazione sacerdotale, ma il loro rapporto non si è fermato al 12 giugno 1976, giorno in cui divennero sacerdoti.

Il motto della vostra classe di ordinazione era «Perché sia grande il Tuo nome». Pensa che la vita di don Claudio sia stata effettivamente “regalata” alla gloria di Dio?
Penso proprio di sì, perché ho visto in lui un uomo molto libero interiormente, senza una ricerca di gratificazioni personali, ma dotato di una disponibilità al servizio del Vangelo e della Chiesa. Mi ricordo che prima che arrivasse a Saronno gli ho detto: «Nonostante l’età sei disponibile a iniziare una nuova esperienza impegnativa, in una grande città…». Ha risposto: «Sto ancora bene, il vescovo mi ha chiesto questo e inizio questo cammino di responsabilità nella Comunità pastorale di Saronno». Non solo una grande disponibilità e libertà interiore, quindi, ma anche molta fiducia nel suo vescovo.

Sul numero di gennaio di Orizzonti, il mensile della Comunità pastorale di Saronno, don Claudio ha pubblicato un editoriale in cui alcune frasi, lette oggi, possono sembrare il suo testamento spirituale. Per esempio: «Cosa farà Dio, quando finalmente saremo con Lui? Userà una tenerezza infinita nei nostri confronti, come un padre che accoglie i suoi figli che hanno a lungo faticato e sofferto». Crede che nel suo ministero ci siano state fatiche e sofferenze?
Ha avuto diverse esperienze di ministero in Diocesi; noi sappiamo che in ogni esperienza un sacerdote sperimenta gioia e qualche fatica. Però mi sembra che abbia sempre attraversato i momenti anche più faticosi con una grande fiducia nel Signore.

Vale anche per la malattia?
Quando l’ho incontrato un mese e mezzo fa, mi ha riferito che non sembrava preoccuparsi troppo a riguardo. Nonostante fosse a conoscenza della gravità del male, non l’ha mai fatto pesare, cercando sempre di pensare che i medici avrebbero trovato qualche soluzione.

Sul finale dell’articolo, don Claudio scrive: «Il futuro non ci appartiene, ma sappiamo che Gesù Cristo è la più grande grazia della vita: è l’abbraccio di Dio che ci attende alla fine, ma che già ora ci accompagna e ci consola nel cammino»…
Esatto. Mentre era in ospedale gli hanno detto: «Guarda che sono tanti i sacerdoti e le persone che pregano per te» e lui ha risposto: «Preghino che io possa entrare in Paradiso». Credo che anche questo sia un segno di come lui abbia vissuto la sua vita nella fede più grande nel Signore.