La Sacra Famiglia di Cesano Boscone si rinnova. In una vasta area di oltre 17 mila metri quadrati nascerà un nuovo polo multiservizi: quattro edifici collegati tra loro da un chiostro e relativi laboratori, con l’accesso diretto da Milano grazie al prolungamento della metropolitana con la fermata di Bagarotti (linea 1). «Questi edifici sostituiscono gran parte delle strutture più antiche della Fondazione – spiega il direttore generale Paolo Pigni -, ma sarà anche un cambio di paradigma rispetto a tutti i servizi socio-sanitari rivolti alle persone fragili».
Come è strutturato il progetto?
Realizzato dallo studio Labics di Roma, il progetto comprende quattro edifici uniti tra loro da un chiostro con 30 ambulatori specialistici per adulti e bambini perché oggi sono sparsi e frammentati in ambienti datati. In pratica ogni polo avrà i propri ambulatori adatti all’utenza. Il primo edificio per l’età evolutiva è rivolto ai bambini con gravissimi problemi di disabilità che non possono restare a casa propria, hanno disturbi di comportamento o di dipendenza da macchinari sanitari. L’area comprende una residenza e un centro diurno. Il secondo edificio, specifico per l’autismo, sarà il primo a Milano con presa in carico integrata di bambini e ragazzi. Il terzo, con 80 posti letto, è dedicato alle cure intermedie con la presa in carico di persone fragili, soprattutto anziani che escono da fasi acute lasciando l’ospedale, ma non ancora in grado di rientrare al domicilio. L’ultimo edificio sarà dedicato all’accoglienza e all’orientamento con spazi adeguati.
E nell’area circostante cosa prevedete?
Avremo la riqualificazione di un grande spazio verde utilizzato per prese in carico e attività socio-sanitarie. L’area, con accesso da via Gozzoli, quindi su Milano, è enorme, in realtà tutta Sacra Famiglia è un grande giardino. Noi vogliamo ripartire da qui per riqualificare la sede di Cesano Boscone, sia in termini di funzionalizzazione degli edifici sia per ridare senso a tutti gli spazi verdi e ai percorsi interni. I caregiver, i parenti e gli amici delle persone assistite, insieme al personale di Sacra Famiglia costruiranno il servizio stesso. Oggi nei presidi sanitari il rapporto è limitato tra assistito e professionista, i parenti e gli accompagnatori infatti restano fuori: qui invece ci saranno spazi e proposte per mantenere all’interno le persone che lo vorranno.
Quindi anche loro sono coinvolte nella presa in carico?
Esatto. Se pensiamo ai bambini autistici o alle cure intermedie di un’anziana di 80-85 anni che ha avuto un ictus o si è rotta un femore, invece di essere abbandonata in una stanza e fare fisioterapia per due mesi, saprà che il marito o i figli potranno vivere con lei, capiranno insieme a noi quali saranno le condizioni di vita della donna e come potrà essere gestita quando tornerà a casa con la carrozzina o il deambulatore. Inoltre vogliamo rendere attive le attese di parenti e accompagnatori durante una visita, potranno quindi collegarsi a internet, ma avranno anche il confronto con professionisti e l’accesso dei dati rispetto alle problematiche dei loro cari.
Quali sono i tempi di realizzazione?
La fase esecutiva dovrebbe partire l’anno prossimo, ma dipende dal modello di finanziamento e dalla filiera che stiamo creando, ma anche il Recovery plan offre opportunità interessanti. L’aspetto importante è che i nuovi edifici saranno a impatto zero con pannelli fotovoltaici e impianti geotermici, oggi infatti i consumi sono impressionanti.