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Percorsi ecclesiali

La Visita pastorale 2024-2025

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Intervista

Rho, una Chiesa che guarda al futuro aprendosi al dialogo

L’impegno dei laici, l’attenzione ai giovani, la cura delle fragilità, le urgenze delle famiglie, l’educazione: sono alcune delle sfide che attendono il Decanato in cui è in corso la visita pastorale, «un’occasione per leggere i segni dei tempi e intuire i passi da compiere», secondo il decano don Fabio Verga

di Cristina CONTI

20 Gennaio 2025
La piazza di Rho

Fino al 15 febbraio è in corso la visita pastorale dell’Arcivescovo al Decanato di Rho. «Il nostro territorio conta circa 130 mila abitanti distribuiti su cinque Comuni: Rho, Pero, Settimo Milanese, Cornaredo e Lainate – spiega il decano don Fabio Verga -. Nella città di Rho ci sono una Comunità pastorale composta da tre parrocchie, più due parrocchie in Unità pastorale e due parrocchie “singole”. Negli altri Comuni abbiamo tutte Comunità pastorali. I sacerdoti sono una cinquantina, compresi i Padri Oblati del Santuario, i Cappellani e alcuni preti-studenti ospitati nelle parrocchie, oltre a cinque Diaconi permanenti. Nove le Comunità di religiose».

Qual è la situazione economica?
Certamente la crisi degli ultimi anni ha avuto un risvolto pesante anche da noi, perché disoccupazione, lavoro povero e inflazione crescente non permettono una vita dignitosa. In base ai dati della Caritas decanale, sono aumentate le famiglie che si rivolgono ai Centri di ascolto per generi alimentari, difficoltà ad arrivare a fine mese, necessità di lavoro o abitative. Sono cresciuti gli sfratti e il sovraindebitamento. La Cooperativa Intrecci di Caritas fa un buon lavoro di rete con gli operatori del servizio pubblico, capace talvolta di proposte generative.

Don Fabio Verga

L’immigrazione è molto presente?
Il numero di immigrati che si rivolgono ai Centri d’ascolto torna a essere più accentuata, in termini percentuali, e si riavvicina alle proporzioni degli anni prepandemici: nei servizi Caritas – mensa e dormitorio – gli immigrati, soprattutto extracomunitari, sono più del 50%. Tra le nazionalità prevalenti ci sono i peruviani, a causa della crisi sociale, politica ed economica del loro Paese: abbiamo avuto difficoltà a trovare una casa e un lavoro a molti di loro. Numerosi poi gli ucraini accolti nelle nostre comunità in seguito alla guerra che ha devastato il loro Paese.

Dopo la pandemia la partecipazione alla vita comunitari è ripresa?
A questa domanda rispondo affermativamente soprattutto in riferimento alla mia Comunità di San Paolo: si, c’è stata una buona ripresa. In particolare una crescita costante nella partecipazione all’Eucaristia domenicale.

E dei giovani che cosa si può dire?
Prima di tutto che ci sono! Nella città di Rho la Pastorale giovanile è unitaria, e così nelle Comunità pastorali. A partire dalla GMG di Lisbona si è intensificato il cammino a livello decanale, con diverse proposte alle quali i giovani partecipano con entusiasmo: ne abbiamo avuto dimostrazione anche in occasione del recente incontro con l’Arcivescovo. Molto importante la sinergia tra i vari responsabili della Pastorale giovanile: sacerdoti, religiosi ed educatori laici.

L’interno della chiesa di San Paolo

Quali le attese per la visita e le sfide per il futuro?
Credo che la visita pastorale sia una grande “occasione” per il Decanato e per le Comunità. Un momento nel quale rileggere il cammino percorso, evidenziando aspetti positivi e criticità, nel quale mettersi in ascolto dello Spirito e della realtà, che ci può aiutare a leggere i segni dei tempi presenti e a intuire i passi da compiere in futuro. Un rilancio della vita spirituale e pastorale delle nostre Comunità, rafforzate e incoraggiate dalla visita e, soprattutto, dalla parola del Vescovo. Le sfide per il futuro sono tante. L’impegno sempre più motivato dei laici nella vita della Chiesa. Il tema della Comunione. L’attenzione al mondo giovanile e la capacità di intercettarne le domande fondamentali. Una presenza sul territorio che sappia dare voce alle speranze degli uomini e delle donne che abitano le nostre città. Il “prendersi cura” delle persone più fragili. Pensando alle sfide mi viene in mente il tema immenso, delicato, prezioso e urgente, delle famiglie. L’educazione, dal mondo della scuola alle associazioni sportive e a tante altre realtà che portano avanti progetti per le nuove generazioni. La sfida è quella di una Chiesa sempre più aperta, davvero presente, capace di ascolto e di discernimento, una Chiesa profetica, lungimirante, accogliente e disponibile al dialogo.

 

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