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Sirio 01 - 10 novembre 2024
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Fino al 22 settembre

Refettorio ambrosiano,
dove il buono è anche bello

A Palazzo Cicogna Mozzoni la prima tappa del grande progetto culturale e sociale per Expo 2015, sostenuto dalla Diocesi e da Caritas Ambrosiana, e realizzata grazie alle eccellenze dell’arte, del design e della cucina

di Loris CANTARELLI

16 Settembre 2014

Un nuovo “Refettorio ambrosiano” che, come quello più celebre di Santa Maria delle Grazie con l’Ultima Cena di Leonardo, sappia unire la mensa per i poveri (da 96 posti) con la bellezza dell’arte nell’ex Teatro Greco (risalente agli anni Trenta) accanto alla parrocchia di San Martino, alla periferia nord-est di Milano.

La Diocesi di Milano e Caritas Ambrosiana hanno presentato in anteprima il progetto con la mostra “Refettorio ambrosiano. Anteprime”, allestita a Palazzo Cicogna Mozzoni (corso Monforte 23, Milano), negli spazi che un tempo ospitarono lo studio di Lucio Fontana e che oggi sono occupati dallo Studio Giangaleazzo Visconti (l’inaugurazione in serata, alle 18.30, con ospiti, artisti e designer).

Dopo la breve presentazione del “padrone di casa” Giangaleazzo Visconti, Davide Rampello – ex presidente della Triennale e oggi direttore artistico del Padiglione Zero a Expo 2015 – ha presentato l’iniziativa, che in due sale presenta tavoli e opere d’artista, comprese illuminotecnica e menù che valorizzino le specificità italiane, a partire da una felice intuizione dello chef Massimo Bottura.

Bottura (già stella Michelin) ha infatti raccontato com’è nata l’idea. Nello scorso settembre la denuncia da parte della Fao – 1,3 miliardi di tonnellate all’anno di cibo sprecato – l’ha spinto a pensare un progetto per Expo 2015, e cioè che ogni giorno uno chef realizzasse un menù a partire dal riutilizzo degli avanzi del giorno prima. La risposta di 40 cuochi internazionali contattati in poche ore è stata immediata ed entusiasta, andando ad arricchire la proposta culturale e sociale che l’esposizione internazionale rappresenta per lanostra città.

Monsignor Luca Bressan (vicario episcopale per la Cultura, la Carità, la Missione e l’Azione sociale) ha poi citato le recenti parole del cardinale Angelo Scola che, aprendo l’anno pastorale con gli operatori della Caritas, ha ricordato il passaggio «dal crudo al cotto» con cui Claude Lévi-Straussparagonava la creazione di un corpo tra il naturale e il culturale. Il tema di Expo “Nutrire il pianeta” può quindi risultare fecondo anche per la Milano di oggi.

Creare un tessuto che prima non c’era, venire “rifatti” come dice la radice di refectorium, diventare davvero cibo per ripartire da quello che abbiamo: tutti concetti ben visualizzati da tutti gli artisti e designer della mostra che rimarrà aperta fino al 22 settembre con opere di Mimmo Palladino (autore della porta d’ingresso del Refettorio ambrosiano), Mario Bellini, Carlo Benvenuto, Pierluigi Cerri, Aldo Cibic, Antonio Citterio, Enzo Cucchi, Michele De Lucchi, Terry Dwan, Giulio Iacchetti, Piero Lissoni, Alessandro Mendini, Maurizio Nannucci, Fabio Novembre, Franco Origoni, Gaetano Pesce, Italo Rota, Matteo Thun e Patricia Urquiola. Di ogni tavolo disegnato dagli autori saranno realizzati 5 tavoli, che saranno messi all’asta da Sotheby’s a Palazzo Broggi martedì 15 dicembre: l’intero ricavato sarà devoluto a Caritas Ambrosiana.

«Tenere insieme le istanze dell’Expo anche dopo il 2015 e l’idea del nutrimento dell’anima non sarà facile, ma ci stiamo tentando», ha sottolineato Luciano Gualzetti (vicedirettore Caritas Ambrosiana), grazie alla disponibilità a titolo gratuito di imprese come il Politecnico di Milano e alla volontà di valorizzare anche culturalmente uno spazio dignitoso e visitabile come luogo di bellezza.

Anche il Comune di Milano non ha voluto far mancare il proprio contributo, con il prestito permanente dei due cartoni originali delle lunette nell’Ottagono centrale della Galleria Vittorio Emanuele dalla Galleria d’Arte Moderna al Refettorio ambrosiano.