Rashed ha 41 anni. È arrivato in Italia dal Bangladesh nel 2007 con un permesso di soggiorno Ue di lungo periodo e da allora è impiegato nella ristorazione. È aiuto cuoco, percepisce una retribuzione netta di 1400 euro al mese e spera che il suo contratto diventi presto a tempo indeterminato. Ma la più grande preoccupazione di Rashed riguarda la casa.
Prima di trasferirsi a Milano, risiedeva a Oggiono, in provincia di Lecco, assieme alla moglie e ai due figli. Oggi vive in una camera con uso cucina e bagno in condivisione con altre persone e paga un affitto di 600 euro al mese a un conoscente. Grazie allo strumento della residenza fittizia ha cominciato a chiedere sostegno ai servizi statali e ha fatto domanda per entrare nelle liste d’attesa degli alloggi popolari: senza un cambio di residenza stabile, infatti, non può iniziare la pratica di cittadinanza italiana, di cui avrebbe diritto fin dal mese scorso.
Rashed sta facendo il possibile per offrire una vita migliore alla sua famiglia, ma la moglie non lavora e per i bambini ha fatto richiesta di un doposcuola. Per affrontare queste sfide, Rashed ha chiesto aiuto a diversi enti: dopo un incontro presso un Centro d’ascolto Caritas ha ottenuto una tessera alimentare. Ha anche fatto richiesta per ricevere due trolley per trasportare i libri e i quaderni dei bambini a scuola, che gli sono stati consegnati. Nonostante le difficoltà, Rashed cerca in tutti i modi di integrarsi nella comunità locale. I suoi figli partecipano a programmi culturali come il teatro e la danza. Con la famiglia Rashed ha preso parte anche alla Festa d’Autunno, un evento organizzato dal Qubi e da San Leone Magno.