«Un Natale più bello di questo non c’è. Siamo visitati dal Signore nella nostra disperazione e ci ripete: voglio ripartire con te, avanti, ce la puoi fare». Parole pronunciate dal Vescovo ausiliare di Milano, monsignor Luca Raimondi, nella casa circondariale di Busto Arsizio (Varese), celebrando la messa di Natale. «Questo è il più bel Natale che il Signore potesse donarmi», ha detto salutando un centinaio di detenuti riuniti nella cappella del carcere.
Ad accoglierlo la comandante Rossella Panaro con il personale dell’area trattamentale e gli uomini della polizia penitenziaria, i volontari con suor Franca, il garante dei detenuti Pietro Roncari e altri esponenti della società civile. Il tono dell’evento religioso è stato illustrato dal cappellano, don David Maria Riboldi, che ha accolto l’ospite «amico dei detenuti». Al termine della Messa, gli ha consegnato il sacco con i doni della Valle di Ezechiele, prodotti realizzati in diverse carceri italiane, assieme al calendario 2024 illustrato con i migliori tatuaggi scovati oltre le sbarre.
«Non è facile per noi vivere il Natale da reclusi. Il posto vuoto che abbiamo lasciato nelle nostre famiglie ci ferisce e ci riempie di nostalgia», ha detto un detenuto leggendo una lettera, idealmente sottoscritta da tutti i presenti. L’augurio di un «Natale di rinascita», l’invito a una «svolta nella vita» nel lavoro di recupero di valori sociali e umani spesso dimenticati e invece «fondamentali nel cammino di maturazione umana e sociale che il carcere vuole favorire» li ha ricordati la comandante Panaro nel suo intervento, sottolineando i segnali positivi nel miglioramento della vita interna all’istituto e altri benefici che arriveranno «crescendo la collaborazione tra tutti».
A insistere sul cammino del recupero umano è stato il vescovo Raimondi: «Vi porto tutti da papa Francesco all’incontro che avrò con lui all’inizio di febbraio. Anzi, se mi scrivete una lettera gliela consegnerò personalmente. Dio crede in voi, Dio è con chi ha bisogno. Quando trovate la voglia di dire: sì, ho sbagliato; ecco, quel giorno è Natale».