«All’interno di una situazione così particolare come quella emergenziale che abbiamo vissuto, i parroci del Decanato del Centro storico di Milano hanno deciso di giocarsi la partita delle Summer school. Hanno accettato la sfida. Non era affatto scontato. Le diverse comunità di Decanato hanno unito le risorse e presentato un progetto comune. Promotore principale dell’iniziativa è stato monsignor Gianni Zappa, Decano del Centro storico» spiega Giuseppe Bellanca, educatore dell’oratorio dei Chiostri in San Simpliciano, a Milano.
Il Decanato del Centro storico è stato suddiviso in quattro poli: Sant’Ambrogio con San Vittore; Santa Maria al Paradiso e San Francesco di Sales; San Simpliciano e Santa Maria del Carmine; San Lorenzo Maggiore. Quest’ultimo è stato il capofila che ha dialogato con il Comune. Una relazione positiva con l’amministrazione comunale già in atto, ma confermata ancora una volta. «Niente nasce dal niente – tiene a precisare don Luca Camisana, responsabile della Pastorale giovanile del Centro storico -. Non ti improvvisi con una pastorale di Decanato, soprattutto in una situazione come questa. Il dialogo tra comunità cristiana e civile è in atto da tanti anni e ora l’attenzione comune si è focalizzata sulla questione educativa».
Quanti bambini e ragazzi accolti? «Dopo un primo sondaggio a cui hanno risposto 260 famiglie interessate al centro estivo, i numeri si sono molto ridotti, perché dal 3 giugno è stato consentito uscire dalle regioni italiane. Il numero è decisamente calato e abbiamo dato risposta positiva a tutti quelli che ne avevano bisogno. Non è rimasta esclusa nessuna famiglia. I numeri sono stati così suddivisi: Sant’Ambrogio con San Vittore, 50 tra elementari e medie; Santa Maria al Paradiso e San Francesco di Sales, 30 tra elementari e medie; San Simpliciano e Santa Maria del Carmine, 35 tra elementari e medie; San Lorenzo Maggiore, 30 tra elementari e medie», spiega Giuseppe Bellanca.
Don Marco Fusi ha poi realizzato un progetto per tutti gli adolescenti del Decanato del Centro storico. La normativa infatti non prevede la figura dell’animatore nelle Summer school, che invece è fondamentale negli oratori classici. Ma Regione Lombardia ha introdotto la possibilità di avere animatori dai 16 ai 18 anni. «I ragazzi di 14-15 anni sono rimasti “incastrati” in un ruolo pari a bambini di prima media. Ma era molto difficile farli stare insieme. Abbiamo organizzato per loro serate cineforum, incontri sul tema della carità e testimonianze», precisa Giuseppe Bellanca.
Bilancio decisamente positivo di quella che era nata come una scommessa e un atto di fiducia nei confronti delle singole realtà locali che compongono il Decanato. «Un’esperienza preziosa per i giovani e gli adolescenti che si sono messi in gioco, nonostante l’iniziale timore da parte delle famiglie, del tutto giustificato. C’era un gran bisogno di socializzazione, dai bambini di 6 anni ai giovani di 26. E a quel bisogno abbiamo risposto».