In attesa dell’anno pastorale 2013-2014, che sarà vissuto, con molta intensità, come anno di riflessione e rinnovamento nel campo dell’iniziazione cristiana per la Diocesi di Milano, è in programma a settembre la Quattro giorni catechisti, la proposta di formazione a cura del Servizio per la Catechesi della Diocesi di Milano. L’invito a partecipare è rivolto a tutta la “Comunità educante”, cioè presbiteri, religiosi, religiose, diaconi, catechisti, operatori di pastorale battesimale, educatori e insegnanti. Alla luce delle “Linee diocesane per l’iniziazione cristiana dei fanciulli” consegnate lo scorso 28 maggio ai presbiteri e in questo mese ai catechisti, in una serie di appuntamenti in Diocesi, la prossima Quattro giorni avrà come tema “Sorpresi dalla Parola. Il primo annuncio, cuore dell’evangelizzazione”.
«Affronteremo un tema fondamentale e cruciale nel percorso dell’Iniziazione cristiana – spiega don Antonio Costabile, responsabile del Servizio per la Catechesi -. I vescovi lombardi nella lettera La sfida della fede: il primo annuncio (2009) ci ricordano che “il primo annuncio non sta solo all’inizio cronologico, ma è il centro vitale dell’esistenza cristiana”. La Buona Notizia e in special modo il cuore dell’annuncio cristiano contiene, come in nuce, il magma incandescente del primo annuncio. Più che rinvigorire la fede di adulti e bambini siamo chiamati come Chiesa a generare nella fede e accompagnare con molta sollecitudine la crescita di ciascuno in un cammino integrale di vita cristiana. È un compito affascinante e impegnativo per le nostre comunità cristiane, chiamate a lasciarsi rinnovare dalla Buona Notizia per essere Vangelo vivo per chiunque incontrano nel loro cammino».
La Quattro Giorni offre un respiro diocesano per la formazione dei catechisti ed educatori, con cicli di quattro incontri in diverse sedi a livello di Zona pastorale. È prevista inoltre una ripresa nelle parrocchie, nelle Comunità pastorali e nei Decanati a partire primariamente dal documento guida delle “Linee diocesane”, ma soprattutto in vista della configurazione più precisa della “Comunità educante” a servizio dei ragazzi e dei genitori dell’iniziazione cristiana.
Come immaginare la “Comunità educante”? «Ciascuna parrocchia o Comunità pastorale – si legge nelle “Linee diocesane” – dovrà partire dalla sua concreta situazione, valorizzando le persone che già stanno operando e pian piano allargando il gruppo. In linea generale si dovrà pensare alle figure che di fatto intervengono nell’educazione dei bambini e dei ragazzi all’interno della vita parrocchiale o in stretto rapporto con essa: il sacerdote, il diacono, la consacrata, una o più coppie di sposi-genitori, gli insegnanti e in particolare gli insegnanti di religione cattolica, gli educatori in oratorio, gli allenatori sportivi e, naturalmente, i catechisti. Sarà molto importante lavorare insieme: la forza di questa azione educativa consiste infatti nella capacità di operare concordemente a favore dei bambini e dei ragazzi, creando per loro un ambito di vita sano, umanamente attraente, in cui si riconosce la presenza del Signore Risorto». La struttura tradizionale che dà concretezza a questa configurazione della “Comunità educante” è l’oratorio, ma anche «i metodi e la vivacità di associazioni e movimenti ecclesiali, orientati a una vera comunione, offrono preziose energie e risorse significative che devono essere valorizzate».