È una storia di protagonismo giovanile e di persecuzione cristiana, quella raccontata in Tutti in arresto, la storia ritrovata di Luigi Monti e dei suoi compagni, pubblicata da Àncora (260 pagine, 19 euro) che verrà presentato sabato 9 novembre alle 21 presso l’Antica chiesetta di San Martino a Bovisio Masciago. Scritto dal giovane storico Olmo Guagnetti – residente a Bovisio, città di nascita del Beato -, narra fatti di metà Ottocento che coinvolsero il giovane Luigi Monti e una quarantina di compagni.
La vicenda è praticamente sconosciuta, benché si tratti di un episodio del Risorgimento che vide protagonista una “Compagnia” accusata di essere una società segreta contraria al governo austro-ungarico allora dominante in Lombardia. A rendere più intrigante il contesto narrato è la denuncia dei giovani da parte del parroco, cosa che portò al loro arresto e alla carcerazione a Desio.
Gli antefatti sono questi. Luigi Monti raduna da alcuni anni nel laboratorio di falegname della sua casa di Bovisio Masciago (Monza Brianza) un gruppo di coetanei, sostenuto dal parroco e dall’amico don Luigi Dossi. L’iniziativa si svolge nell’arco di un decennio, ma incontra l’opposizione di alcuni preti coadiutori della zona, che convincono il nuovo parroco a denunciare alla polizia la Compagnia, che la gente aveva simpaticamente denominato «dei frati», a motivo dello spirito di fraternità che animava il gruppo. Siamo in anni difficili, culminati nel Quarantotto con le famose “Cinque giornate” di Milano. L’arresto è del 1851, alla vigilia dell’arrivo da Vienna dell’imperatore Francesco Giuseppe. Il clima è politicamente teso e una parte del clero non vede di buon occhio l’attività religiosa di quei giovani, guidati peraltro da un giovane laico. Della vicenda si interessa anche l’Arcivescovo di Milano, monsignor Carlo Bartolomeo Romilli, che intercede a favore dei ragazzi presso l’Imperatore giunto in città, ma senza esito: Francesco Giuseppe ritiene che la giustizia debba fare il suo corso. Dopo due mesi e mezzo i 17 arrestati vengono ritenuti innocenti e liberati.
Il libro di Guagnetti riporta integralmente un breve saggio storico sull’episodio scritto dall’avvocato Filippo Meda nel 1933. Nel medesimo anno il cardinale Alfredo Ildefonso Schuster di Milano benedisse lo stanzone del carcere che aveva accolto i giovani, trasformato in cappella. Il volume costituisce la prima pubblicazione che narra specificamente quei fatti e il loro contesto. La presentazione introduttiva è a cura di Ruggero Valentini, presidente dell’associazione Cammino Montiano, che negli ultimi anni si è dedicato a far conoscere questo frammento di storia, riletta con un approccio spirituale e educativo nel libro Fratello è bello (Àncora 2024, 96 pagine, 9 euro). I fatti di Bovisio sono cronaca risorgimentale, tuttavia rappresentano una narrazione di protagonismo dei giovani nella Chiesa che può dire qualcosa al nostro tempo, in cui si assiste a un distacco di buona parte del mondo giovanile dalla vita cristiana.
Luigi, e altri compagni come lui, uscito dal carcere inizia un percorso di consacrazione laicale che lo porterà a fondare una comunità di religiosi dedicati ai malati e ai ragazzi più fragili. E a essere proclamato “beato” da papa Wojtyla nel 2003.