Una madre 50enne, una 40enne, una 25enne. E 5 figli, 16 anni il maggiore, un anno il minore. Tre generazioni sotto il tetto di Casa Sant’Anna, spazio di accoglienza raccolto, con appartamenti a misura di famiglia, gestito a Lampugnano dalla cooperativa Farsi Prossimo. È il primo esempio del lavoro che il “sistema Caritas” sta conducendo a Milano, e che si appresta a riprodurre anche in altre Zone pastorali della diocesi, per diffondere in piccoli nuclei sparsi nei territori, in accordo con le Prefetture e le istituzioni locali, l’accoglienza dei profughi ucraini.
Schema a rotazione
Caritas Ambrosiana, grazie all’impegno “sul campo” della cooperativa Farsi Prossimo, da metà marzo in convenzione con Prefettura ospita a Casa Monluè, periferia est di Milano, un’ottantina di rifugiati. Nei giorni scorsi ha cominciato a dislocare alcuni di essi in appartamenti resi disponibili da parrocchie in diversi quartieri della metropoli: oltre alle 8 persone di Casa Sant’Anna, 4 sono approdate nella parrocchia di San Giovanni Bosco, 6 a San Luca, 3 alla Pentecoste. Altri 6-7 alloggi verranno attivati nei prossimi giorni, in modo da arrivare a ospitare 70 persone in spazi accoglienti, in grado di assicurare tranquillità e nello stesso tempo di stimolare l’autonomia degli ospiti, supportati dal volontariato parrocchiale e di quartiere. Nel frattempo, Casa Monluè si sta riempiendo e si riempirà di nuovi arrivi. Uno schema a rotazione, che punta a organizzare accoglienze collettive per alcuni giorni nell’hub principale, e a valle micro-accoglienze territoriali, utilizzando l’ampio bacino di disponibilità che Caritas, a partire dall’inizio della guerra, ha censito in tutta la città e tutta la diocesi.
Le accoglienze informali
Questo bacino ha raggiunto dimensioni notevoli (quasi 2.800 famiglie disposte ad accogliere in casa propria, 223 appartamenti liberi resi disponibili da privati, spazi e alloggi dichiarati utilizzabili da 55 parrocchie, 9 enti religiosi e 17 tra associazioni e fondazioni) e finora è utilizzato solo in piccola parte, dal momento che – come è noto – la gran parte dei profughi pervenuti in Italia ha trovato sistemazione presso parenti o conoscenti da tempo immigrati, o famiglie italiane con le quali esistevano precedenti contatti. Caritas inoltre è in contatto, nell’intera diocesi, con una trentina di parrocchie che hanno avviato accoglienze informali, in alcuni casi supportate dalla rete territoriale delle Caritas parrocchiali, dei centri d’ascolto e degli Empori della solidarietà. Inoltre prosegue il percorso di formazione rivolto alle famiglie disposte ad accogliere, in particolare quelle interessate a esperienze di affido di minori non accompagnati: si succedono incontri, a gruppi ampi o ristretti, per preparare inserimenti mirati e sostenibili nel tempo.
Mentre prosegue e si ramifica l’accoglienza nella diocesi ambrosiana, la rete internazionale Caritas non cessa di fornire aiuti d’emergenza, in Ucraina e nei Paesi confinanti, alle vittime della guerra. L’impegno finanziario globale degli appelli di emergenza, sostenuti anche da Caritas Italiana e Ambrosiana, ammonta ormai a 20 milioni di euro, mentre gli aiuti sul campo hanno raggiunto e raggiungono centinaia di migliaia di persone.
Per conoscere le attività di Caritas Ambrosiana
– Info sull’evolversi degli aiuti: www.caritasambrosiana.it /tel. 02.40703424 (lunedì-sabato, ore 10-20)
– Segnalazioni di alloggi per accoglienze: Area Stranieri (stranieri@caritasambrosiana.it; tel. 02.40703424)
– Info sugli aspetti legali dell’accoglienza (permessi, ricongiungimenti familiari, minori non accompagnati): Servizio Accoglienza Immigrati (sai@caritasambrosiana.it; tel. 02.67380261)
Per sostenere la raccolta fondi di Caritas Ambrosiana
- con carta di credito online www.caritasambrosiana.it
- in posta C.C.P. n. 000013576228 intestato Caritas Ambrosiana Onlus – Via S. Bernardino 4 – 20122 Milano
- con bonifico C/C presso il Banco BPM Milano, intestato a Caritas Ambrosiana Onlus IBAN:IT82Q0503401647000000064700
Causale: Conflitto in Ucraina / Le offerte sono detraibili fiscalmente