Se si considerano i dati relativi alla presenza di stranieri in Lombardia (oltre un milione e 100 mila persone, pari all’11,5% della popolazione complessiva), si rileva come i numeri più consistenti si riferiscano a cittadini provenienti da Paesi con una tradizione cristiana più o meno vissuta. In particolare, è rilevante la presenza di stranieri che arrivano da Paesi di tradizione ortodossa (quasi il 25% del totale). I dati variano leggermente se si estrapolano quelli relativi alle provincie che fanno parte della Diocesi di Milano (Milano, Monza Brianza, Varese, Lecco), dove variano dal 21% al 29% del totale. Questi numeri dimostrano quanto la presenza di fedeli cristiani non cattolici in Diocesi sia diventata rilevante negli ultimi anni.
Le migrazioni dai diversi Paesi rivestono spesso un carattere familiare, e questo crea le condizioni per dover affrontare il tema della trasmissione della fede alle giovani generazioni. Un tema molto importante anche per la Chiesa ambrosiana, che negli ultimi anni ha cercato di trovare nuove vie per rendere bella e affascinante la proposta di un’esperienza cristiana, nel solco di una tradizione diocesana molto importante.
Il confronto pastorale tra presbiteri cattolici e ortodossi in programma al Centro pastorale ambrosiano di Seveso il 3 e 4 novembre nasce dalla richiesta che il Vescovo Siluan – a capo della Diocesi ortodossa romena in Italia, con più di 200 parrocchie e quasi 250 sacerdoti – rivolse circa un anno fa al cardinale Angelo Scola, per consentire ai pastori ortodossi e ambrosiani di potersi confrontare su un tema tanto significativo come quello della trasmissione della fede alle giovani generazioni. È interessante notare che – tra tutte le diocesi appartenenti al Patriarcato Ortodosso di Bucarest – la Diocesi romena in Italia è quella con il maggior numero di battesimi all’anno: segno di una realtà molto giovane che sta radicandosi nel nostro Paese.
Sono numerose le circostanze in cui i fedeli ortodossi – romeni e non – entrano in relazione con le nostre comunità, a partire dai circa 150 matrimoni misti all’anno, per continuare con i ragazzi che – pur avendo già ricevuto i sacramenti dell’Iniziazione cristiana – chiedono di partecipare agli incontri di catechismo insieme ai loro amici e compagni di classe, per non parlare di quanti assistono in vari modi gli anziani affidati alle loro cure, e magari chiedono un aiuto spirituale anche nei termini di una accoglienza sacramentale.
Un confronto tra presbiteri è importante per conoscersi reciprocamente, poter condividere le varie e diverse esperienze pastorali e imparare ad affrontare insieme – nei limiti del possibile – le situazioni in cui l’ecumenismo deve essere affermato nei fatti e non solo a parole.
L’incontro verterà su tre tematiche («Iniziazione cristiana tra accompagnamento e mistagogia», «La fede nel viaggio alla scoperta di sé», «Una vita affascinante»), ma ci sarebbero molti altri aspetti interessanti da affrontare. Ogni tema sarà introdotto da una duplice relazione (una cattolica e una ortodossa), cui seguirà un lavoro a gruppi per facilitare la condivisione delle esperienze e la formulazione di domande, e giungere quindi alla restituzione di quanto emerso nei gruppi.
Sono particolarmente invitati i presbiteri coinvolti nella Pastorale giovanile e quelli nel cui territorio si trova una delle 30 parrocchie ortodosse e antico orientali presenti in diocesi.