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Caritas

Povertà in Diocesi, un anno in chiaroscuro

Presentato il Rapporto sul 2021: utenti in aumento, disagio post-Covid non riassorbito, lavoro povero. Gualzetti: «Occorre riflettere sul nesso tra ripresa economica e coesione sociale. Urgono scelte di sistema»

25 Ottobre 2022

Questa mattina, nella sede di Caritas Ambrosiana, è stato presentato il «Rapporto sulle povertà nella Diocesi di Milano. Dati 2021» (leggi qui il testo integrale). Realizzato dall’Osservatorio delle povertà e delle risorse di Caritas Ambrosiana, raccoglie ed elabora le informazioni provenienti da un campione di 125 Centri d’ascolto (Cda) distribuiti nell’intera diocesi e 3 servizi attivi nella città di Milano. Si confermano alcune tendenze espresse dal Rapporto nazionale, L’anello debole, presentato da Caritas Italiana lo scorso 17 ottobre (leggi qui)

Il Rapporto illustra i “chiaroscuri” del 2021, anno in cui gli inequivocabili segni di ripresa economica e occupazionale non hanno impedito che si registrasse il record degli accessi ai Cda e che, tra gli utenti, rimanesse una significativa quota di “nuovi poveri”, ovvero coloro che si sono rivolti per la prima volta a uno sportello Caritas nel 2020, a partire dal primo lockdown imposto dal Covid.

Il campione

Il Rapporto si basa su informazioni provenienti da un campione di circa un terzo (125) dei quasi 400 Centri d’ascolto operanti in diocesi, con l’aggiunta di quanto emerso da tre servizi – Sam, Siloe e Sai – attivi a Milano. Il totale delle persone incontrate è aumentato dell’11,6% rispetto al 2020 e del 5,2% rispetto al 2019: è il più alto registrato dal 2014.

L’aumento dell’utenza è in parte spiegabile con il ritorno a pieno regime, anche in presenza, dell’attività dei Centri d’ascolto, ma testimonia anche – nonostante gli indiscutibili indicatori macroeconomici di ripresa economica – la persistente impossibilità, per molti individui e famiglie, di uscire dalla condizione di impoverimento, talora insorta, più spesso aggravatasi a causa della pandemia. Tra quanti nel 2020 si erano presentati per la prima volta ai Cda, il 41% hanno continuato a chiedere aiuto nel 2021 e il 15% nel 2022.

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Italiani e stranieri

Tra gli utenti, anche nel 2021 prevalgono le persone immigrate: sono il 56,9% del campione, dato vicino al 57,7% del 2020, ma in calo rispetto al 2019 (62,7%). Si conferma la tendenza all’aumento dell’incidenza degli italiani (dal 37,1% del 2019 al 43% del 2021). In valori assoluti, rispetto al 2019 la componente straniera è diminuita del 4,6%, quella italiana è aumentata del 21,8%: la povertà è sempre meno determinata dal solo fattore migratorio.

Da molti indicatori si può rilevare che nel 2021 lo stato di impoverimento generale causato dalla pandemia, invece di rientrare, si è consolidato. Così, il calo di disoccupati all’interno del campione di Caritas Ambrosiana si è accompagnato a una diminuzione delle richieste di lavoro; l’aumento di persone occupate, viceversa, è andato di pari passo con l’aumento di richieste di sussidi economici: si consolida l’anomalia legata alla maggior presenza nei Cda di persone con un’occupazione, che necessitano di un’integrazione del reddito.

L’intervento di Luciano Gualzetti

Il commento di Gualzetti

Attraverso diversi dati convergenti, il Rapporto evidenzia inoltre la quota sempre più consistente, tra coloro che chiedono aiuto, di persone in possesso di un lavoro, per quanto intermittente, somministrato, precario: il tema del “lavoro povero” si va facendo sempre più rilevante. «Siamo sollecitati a riflettere sui nessi tra progresso economico e coesione sociale – ha commentato Luciano Gualzetti, direttore di Caritas Ambrosiana -: se il primo non è propulsore della seconda, se l’incremento della produzione e dell’occupazione non si traducono in una garanzia effettiva e universale dei diritti sociali, abbiamo un problema. Che si affronta con strumenti come il Reddito di cittadinanza, da rettificare e migliorare, non da depotenziare. Ma è evidente che urgono scelte politiche di sistema, a monte del pur doveroso intervento assistenziale, che si dispiega a valle».

Il Rapporto contiene dati anche sull’accoglienza dei profughi ucraini, avvenuta in Diocesi nel 2022, e sui problemi che vive chi è chiamato ad accogliere da mesi (alla presentazione dell’indagine ha fatto seguito una testimonianza sull’accoglienza dei profughi ucraini proposta da don Paolo Steffano, parroco dei Santi Pietro e Paolo ai Tre Ronchetti e Santa Madre Teresa alla Terrazze, a Milano). Commentando i risultati dell’indagine sui Cda, sono state infine sviluppate considerazioni anche sull’acuirsi della povertà energetica, conseguenza dell’odierno scenario di guerra.

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