Dalla animazione della Messa con gli anziani nella casa di riposo Airoldi e Muzzi di Lecco fino ad arrivare all’incontro con Walaa e Mohamed, giovani egiziani testimoni diretti della rivolta avvenuta in piazza Tahrir a Il Cairo un anno fa: il filo rosso che lega queste esperienze è la giornata di Form-Azione organizzata dai giovani dell’Azione Cattolica di Lecco.
Il ritrovo è oggi in via Airoldi e Muzzi alle ore 9.30 per celebrare l’Eucarestia con gli anziani e successivamente per pranzare con loro. Un gruppo si sposterà poi a Tabiago di Nibionno presso il centro “Don Isidoro Meschi”, una comunità alloggio per persone affette da Hiv. La giornata si concluderà con una pizzata presso l’oratorio di Tabiago (via don Olimpio Moneta) e alle 20.30 una preghiera comunitaria.
Il momento centrale della giornata sarà però alle 17, quando il gruppo aprirà la “finestra sul mondo”: questo il nome del momento che caratterizza tutte le giornate di Form-Azione, per comprendere meglio i cambiamenti che hanno caratterizzato il Nordafrica nell’ultimo anno. Ne parliamo con Walaa Ismaeel, giovane architetto di 30 anni, che vive in Italia da circa un anno con il marito e il figlio di due anni. Walaa è cittadina egiziana, laureata in architettura presso l’università del Cairo, nel 2007 ha conseguito un master in progettazione del paesaggio e in ingegneria per l’ambiente a Catania e ora da circa un anno si trova a Lecco per un dottorato di ricerca sulla tecnologia della costruzione (PhD) presso il Politecnico di Milano.
Lei si trovava l’anno scorso in piazza Tahrir al Cairo, il ricordo più intenso?
Eravamo in tantissimi, in piazza per chiedere libertà. Libertà per poter garantire un futuro migliore per le prossime generazioni. Il ricordo più intenso di quelle giornate è la straordinaria unità di tutte le persone e del popolo egiziano, a tutti i livelli. Ora ad un anno di distanza, il cambiamento non è concluso totalmente: certamente la rivoluzione è iniziata quando la gente ha capito che poteva chiedere con forza democrazia e libertà, ma il percorso è ancora lungo.
Perché avete scelto di trasferirvi in Italia?
Ora faccio il PhD presso il Politecnico di Milano in architettura. L’Italia è famosa per questo tipo di studi. È anche molto interessante il rapporto con i colleghi, che sono giovani, educati, aperti, ambiziosi, con voglia di scambio tra le culture. Devo dire che dell’Italia mi piace l’ospitalità, la generosità e la gentilezza delle persone, così come la loro buona volontà nel dare supporto agli stranieri.
La sua famiglia è in Egitto. Dove si sente a casa?
I miei genitori lavorano nel campo della medicina: mia madre è una dottoressa anestesista e mio padre è dentista. Mia sorella invece è anche lei in Italia: frequenta un master al Politecnico di Milano a Piacenza, anche lei è architetto. L’Italia sarà sempre impressa nel mio cuore, però io mi sento a casa sempre quando sono in Egitto: è la mia madrepatria anche se non è il luogo più bello del mondo.
Avete un bimbo di due anni. Come e dove vedete il suo futuro?
Il mio sogno è di poter vivere in pace e con dignità, e questo dovrebbe essere possibile per tutti gli uomini nel mondo. Sicuramente vedo il futuro di mio figlio migliore del nostro: basato sulla vera libertà e sulla vera dignità, e soprattutto senza la paura di nessuna oppressione.
Crede in Dio? Che cosa significa credere in Dio per lei?
Certo, credo in Dio. Tutti noi alla fine andiamo verso Dio: dai nostri gesti dipenderà il nostro destino, buono o cattivo. Credere in Dio significa credere in colui che ha creato tutto il mondo perché si sviluppi e gli uomini lo costruiscano. Perché vivano in armonia con il resto delle creature senza oppressione e senza corruzione.
La giornata di Form-Azione di domenica è anche per i giovani di Luino, con una attenzione specifica al tema della missione.