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Un nuovo Giubileo

Sirio 17 - 31 marzo 2025
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Inno

Pellegrini di speranza: l’inno del Giubileo 2025

L’inno "Pellegrini di speranza" accompagna il Giubileo 2025 con un canto di fiducia e rinnovamento. Scritto da Pierangelo Sequeri e musicato da Francesco Meneghello, esprime la speranza nel cammino di fede

12 Marzo 2025

Il Giubileo è per sua natura un tempo di cammino, un pellegrinaggio interiore ed esteriore che porta i credenti alla Porta Santa e, soprattutto, all’incontro con Dio. Il canto accompagna da sempre il popolo di Dio nel suo percorso di fede, rendendo la lode e la preghiera ancora più profonde e partecipate. Per questo, anche il Giubileo 2025 ha il suo inno ufficiale: Pellegrini di speranza.

Il testo è stato scritto da Pierangelo Sequeri e la musica composta da Francesco Meneghello. Il titolo riprende il motto dell’Anno Santo e ne esprime il significato più profondo: la speranza che anima il cammino dei credenti. L’inno si fa eco di alcune delle immagini bibliche più evocative, come la luce che squarcia le tenebre (Isaia 9,1) e la chiamata a rivestirsi di luce perché la gloria del Signore risplende (Isaia 60,1).

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Le parole del canto invitano alla fiducia e alla comunione: nessuno cammina da solo, il pellegrinaggio della vita è un percorso condiviso, illuminato dalla Parola di Dio e sostenuto dalla sua misericordia. La speranza cristiana non è un’illusione, ma una fiamma viva che arde nel cuore di chi si affida al Signore.

Il canto esprime così il desiderio di un futuro nuovo, in cui ogni barriera venga abbattuta e la fraternità sia vissuta pienamente. L’invocazione allo Spirito di vita perché passi i muri e rinnovi la terra sottolinea l’apertura universale del messaggio evangelico e la chiamata a camminare insieme, come un popolo in pellegrinaggio verso la pienezza della vita in Dio.

Attraverso Pellegrini di speranza, il Giubileo 2025 risuona come un inno di fiducia e di rinnovamento, un canto che accompagna il cammino dei credenti e li invita ad avanzare con passo sicuro, sostenuti dalla fiamma viva della speranza.

Il canto è popolare, accessibile a tutte le assemblee. Può essere eseguito in alternanza tra solista e assemblea e non ha una caratterizzazione per un tempo liturgico particolare, pertanto può utilmente accompagnare, in questo anno giubilare, la comunione o il congedo.

Qui la scheda del canto con le partiture predisposta dalla Pastorale Liturgica

Incontro a Milano

Sabato 22 marzo Francesco Meneghello (autore dell’inno del giubileo) sarà nella parrocchia di Santa Maria di Lourdes, a partire dalle 14.15, per un incontro dal titolo «Vox populi. Kyrie, Gloria e gli altri canti dell’Ordinario», terzo laboratorio monografico di «Te Laudamus».  Un aspetto centrale del canto della liturgia è il canto dell’Ordinario, i canti “fissi”, presenti in ogni celebrazione: Kyrie, Gloria, Credo, Santo. Proprio questa serie di canti (insieme all’Agnus Dei per il Rito Romano) ha dato vita alla forma compositiva della Messa, di cui la tradizione ci ha consegnato innumerevoli esempi, e molti autentici capolavori. Accade però molto spesso che nelle liturgie ci si limiti a cantare i canti del Proprio, i canti variabili da celebrazione a celebrazione, trascurando i canti dell’Ordinario, che, almeno dalla riforma liturgica del Concilio Vaticano II in poi, dovrebbero essere i canti in cui l’assemblea ha maggiormente un ruolo da protagonista. Per dare loro il giusto valore, e valorizzare il ruolo dell’assemblea come soggetto attivo della celebrazione, anche attraverso il canto, il terzo laboratorio monografico si concentra sui canti dell’Ordinario e sulle loro possibilità e modalità di esecuzione.