Partiti di buon mattino dal Centro Pastorale di Seveso, suddivisi in tre pullman, dopo una mezza giornata di viaggio siamo giunti ad Assisi per il pranzo e la celebrazione eucaristica nella solennità dell’Annunciazione del Signore presso la basilica di Santa Maria degli Angeli.
L’Arcivescovo Mario, che ha presieduto la Santa Messa solenne, nell’omelia (leggila qui) ha sottolineato come la parola del Vangelo ci può ferire in profondità e la testimonianza dei Santi, come quelli che incontreremo in questi giorni, ci può far scavare a fondo nella nostra interiorità inaccessibile, nella stanza segreta della nostra annunciazione. Di fronte alle domande sulle fatiche del ministero e ai possibili motivi di turbamento, monsignor Delpini ha ripetuto più volte un deciso «No, più a fondo». Perché anche ciascuno di noi può giungere fin là dove c’è il grande turbamento, luogo dove Dio ha parlato a Maria. Punto di arrivo del pellegrinaggio verso il proprio luogo santo, ha proseguito l’Arcivescovo, è il messaggio dell’Angelo a Maria: «Rallegrati, il Signore è con te».
Nella intimità più vera e profonda di ciascuno c’è il Signore che parla. La tentazione di trasformare il pellegrinaggio in un viaggio “fuori di noi” può essere vinta dimorando nella domanda. Così è possibile entrare nella grande rivelazione delle prime parole dell’Angelo. Nel dialogo indicibile, ha concluso rivolgendosi a noi preti, quale “Eccomi” possiamo pronunciare?
Al termine della celebrazione, don Andrea Regolani, responsabile dell’ISMI, ha invitato i partecipanti al pellegrinaggio a coltivare tre desideri. Il primo è quello di uscire per incontrare e conoscere altre realtà per rientrare mettendo ordine nel nostro ministero: andare lontano per farci vicini, realtà significata nel mistero della Incarnazione. Il secondo è il desiderio della pace, oggi più che mai urgente, che i santi Francesco e Benedetto e la terra stessa di Assisi ricordano a tutti noi.
Il terzo è il desiderio della fraternità, da vivere nella dimensione più quotidiana e spontanea con l’Arcivescovo, i vicari episcopali di zona, i responsabili della Formazione Permanente del Clero, le consacrate presenti e, soprattutto, la fraternità fra tutti noi preti del decennio.
Prima di partire alla volta di Cascia, dove pernotteremo per tutta la settimana, il Custode fra Massimo ci ha ricordato come proprio durante la festa dell’Annunciazione del 1569 avvenne la posa della prima pietra della basilica che custodisce la Porziuncola (oggi in fase di restauro).
Da domani si entrerà nel vivo di questo viaggio del cuore nella regione Sabina.