Un Padre nostro recitato in italiano e in ucraino, in un clima di grande commozione, ha concluso l’incontro tra il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, e alcuni profughi dal Paese in guerra, ospitati in questo periodo presso l’Oasi Santa Maria degli Angeli a Crevenna d’Erba.
La visita a Erba
È stata l’ultima tappa della lunga visita del presule nella cittadina brianzola, organizzata da monsignor Angelo Pirovano, Prevosto e responsabile della Comunità pastorale Sant’Eufemia, in collaborazione con l’Associazione Amici di Monsignor Aristide Pirovano, nel 25mo della morte del Vescovo missionario erbese. Il Cardinale ha visitato l’Eremo di San Salvatore (pregando sulla tomba del Venerabile Giuseppe Lazzati), ha sostato in preghiera sulla tomba di padre Aristide, ha incontrato associazioni e consigli parrocchiali nella chiesa plebana di Sant’Eufemia, ha presieduto la Messa solenne per l’Ascensione nella chiesa prepositurale di Santa Maria Nascente e infine ha benedetto il Calice monumentale recentemente collocato nei pressi del campanile della chiesa (qui il resoconto completo e le immagini della giornata).
Il sistema di accoglienza
In conclusione, come detto, l’incontro con gli ucraini. I profughi sono ospitati presso una casa di spiritualità di proprietà dell’Istituto secolare delle Missionarie della Regalità di Cristo, attualmente affidata all’associazione “L’Oasi di Erba”, creata da alcune famiglie. Sotto la loro gestione si è sviluppata un’attività ricettiva i cui proventi finanziano l’ospitalità di persone e famiglie alle prese con situazioni problematiche e disagi di vari natura. In questo periodo l’accoglienza si è concentrata sull’emergenza-Ucraina, lavorando in rete con la Caritas e gli altri servizi del territorio.
I profughi attualmente ospitati sono una decina, donne e bambini. Altri, precedentemente ricevuti, sono già ripartiti per altre destinazioni. Altri ancora sono stati accolti in famiglia. Don Ettore Dubini, Vicario parrocchiale di Crevenna, e Giovanna Marelli, a nome della Caritas locale, hanno spiegato il lavoro compiuto per rendere possibile questa accoglienza, che si è estesa alle scuole (per i minori) e ai corsi di lingua (per gli adulti), per facilitare il loro inserimento nel caso in cui la permanenza debba protrarsi. Il prossimo passo sarà l’ospitalità anche in appartamenti, per cercare di sviluppare un percorso di progressiva autonomia. Alcuni donne, originarie di Dnipro, sono particolarmente preoccupate perché negli ultimi giorni i bombardamenti hanno raggiunto il loro territorio: nella relazione di accoglienza si cerca di fornire anche il calore umano necessario per vivere il più possibile serenamente questo periodo drammatico.
Le parole del Cardinale
Dramma che il Segretario di Stato non ha minimizzato: «La guerra è una tragedia enorme e voi la state vivendo sulla vostra pelle, vedendo le vostre case distrutte, dovendo abbandonare il vostro Paese, affrontando grandi sofferenze. Il male è forte, ma non è più forte del bene. In questo buio così fitto brilla una luce, ed è proprio l’accoglienza che state ricevendo, in una forma che non conoscevo e che è certamente da promuovere. Questo deve darvi la speranza di un’apertura al futuro per tornare a casa e ricostruire la vostra vita». E ha sottolineato: «La Chiesa sta pregando molto per la pace e sta facendo tutto il possibile anche dal punto di vista diplomatico perché si giunga presto al “cessate il fuoco”. La tregua è il presupposto per negoziati diretti che portino a una pace stabile».
Una donna, a nome di tutti, ha ringraziato il Cardinale per le sue parole e le sue preghiere, e quanti si stanno prodigando per dare loro accoglienza. Prima del congedo i profughi hanno donato a Parolin un oggetto tipico del loro artigianato: una penna realizzata in legno. Il presule ha assicurato loro la preghiera e la benedizione del Papa.