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Sirio 01 - 10 novembre 2024
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Lisbona/2

Papa Francesco: «Sogno un’Europa che spenga i focolai di guerra»

Giunto in Portogallo per la Gmg, nel suo primo discorso alle autorità ha rivolto domande esigenti al nostro continente, accompagnate da precisi auspici: «È il cuore dell’Occidente, metta a frutto il suo ingegno per spegnere focolai di guerra e accendere luci di speranza»

di Agensir da Lisbona

2 Agosto 2023
Il saluto delle autorità a papa Francesco (foto Vatican Media / Sir)

Questa mattina papa Francesco è arrivato a Lisbona per la Gmg. Alla base aerea di Figo Maduro è stato accolto dal presidente della Repubblica portoghese Marcelo Rebelo de Sousa. Dopo la visita di cortesia al Presidente e l’incontro privato, papa Francesco ha pronunciato il suo primo discorso al Centro Cultural de Belém, rivolto alle autorità, alla società civile e al Corpo diplomatico (leggi qui).

«Guardando con accorato affetto all’Europa, nello spirito di dialogo che la caratterizza, verrebbe da chiederle: verso dove navighi, se non offri percorsi di pace, vie creative per porre fine alla guerra in Ucraina e ai tanti conflitti che insanguinano il mondo?». Il Papa ha rivolto domande esigenti al nostro continente, accompagnate da precisi auspici come indicazioni di rotta: «E ancora, allargando il campo: quale rotta segui, Occidente? La tua tecnologia, che ha segnato il progresso e globalizzato il mondo, da sola non basta; tanto meno bastano le armi più sofisticate, che non rappresentano investimenti per il futuro, ma impoverimenti del vero capitale umano, quello dell’educazione, della sanità, dello stato sociale».

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«Preoccupa quando si legge che in tanti luoghi si investono continuamente fondi sulle armi anziché sul futuro dei figli – il grido d’allarme del Papa -. Mi diceva l’economo che il miglior reddito di investimenti è la fabbrica di armi. Io sogno un’Europa, cuore d’Occidente, che metta a frutto il suo ingegno per spegnere focolai di guerra e accendere luci di speranza. Un’Europa che sappia ritrovare il suo animo giovane, sognando la grandezza dell’insieme e andando oltre i bisogni dell’immediato; un’Europa che includa popoli e persone, senza rincorrere teorie e colonizzazioni ideologiche».

«In questo ci aiuterà pensare ai sogni dei padri fondatori dell’Unione – ha aggiunto a braccio -. Questi sognavano alla grande».