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Speciale

Lisbona capitale mondiale dei giovani

Sirio 16 - 22 dicembre 2024
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Ai giornalisti

Papa Francesco di ritorno da Lisbona: «Per parlare ai giovani serve l’idea»

Sull'aereo che l'ha ricondotto a Roma il Pontefice ha risposto ad alcune domande, spiegando lo stile della sua comunicazione durante la Gmg («la migliore che ho vissuto»). È tornato sulla visita a Fatima («ho pregato per la pace») e sugli abusi («una tremenda peste»)

da Agensir

7 Agosto 2023
Foto Vatican Media / Sir

Sul volo di ritorno a Roma da Lisbona, al termine della Giornata mondiale della Gioventù, come è ormai sua consuetudine papa Francesco si è reso disponibile a rispondere alle domande dei giornalisti inviati al suo seguito.

Gli è stato chiesto il motivo di alcuni “tagli” a discorsi e omelie. Ha spiegato: «Quando parlo, non per le omelie “accademiche”, cerco di farlo nel modo più chiaro. Cerco sempre la comunicazione, anche con qualche scherzo, qualche risata…». Il Pontefice ha chiarito: «L’attenzione dei giovani non dura molto a lungo. Se fai un discorso chiaro, con un’idea o un’immagine, possono seguirti otto minuti… Così con loro i discorsi lunghi avevano l’essenziale del messaggio, da lì prendevo a seconda di come “sentivo” la comunicazione. Facevo qualche domanda e subito la reazione mi indicava se era giusto o no». E ha poi aggiunto: «Nell’Evangelii Gaudium, la prima esortazione che ho fatto, ho scritto un lungo capitolo sull’omelia. Perché le omelie alle volte sono una tortura, bla, bla, bla… In questo aspetto la Chiesa deve convertirsi: l’omelia deve essere breve, chiara e affettuosa. Per questo io controllo come va con i giovani e li faccio rispondere. Ho accorciato perché con i giovani a me serve l’idea».

La migliore Gmg

«Vorrei dire una cosa su come ho vissuto io la Gmg – la chiosa -. È la quarta che vivo. La prima fu a Rio de Janeiro, che era monumentale, alla brasileira, bella! La seconda a Cracovia, la terza a Panama. Questa è la più numerosa. I dati dicevano che erano più di un milione. Di più. Anzi, nella veglia di notte, si calcolava che erano un milione e quattrocento o un milione e seicentomila persone. È impressionante la quantità». E ha sottolineato: «È stata ben preparata. Tra quelle che ho visto, questa è la migliore.»

E i giovani? «Sono una sorpresa… Fanno delle ragazzate, ma cercano di guardare avanti e sono il futuro. L’assunto è di accompagnarli, il problema è saper accompagnarli e che non si stacchino dalle radici. Per questo io insisto tanto sul dialogo vecchi-giovani, i nonni con i nipoti. Questo dialogo è importante, più importante del dialogo genitori-figli. Con i nonni, perché si prendono proprio lì le radici. Poi i giovani sono religiosi, cercano una fede non ostica, non artificiale, non legalista, un incontro con Gesù Cristo. E questo non è facile». Si dice che non sempre i giovani vivono secondo la morale… «Chi di noi non ha fatto uno sbaglio morale nella sua vita? – ha osservato il Papa -. Ognuno di noi ha le proprie cadute nella propria storia. La vita è così. Ma il Signore ci aspetta sempre perché è misericordioso e Padre, e la misericordia va oltre a tutto».

A Fatima

«Ho pregato, ho pregato. Ho pregato la Madonna e ho pregato per la pace. Non ho fatto pubblicità. Ma ho pregato. E dobbiamo continuamente ripetere questa preghiera per la pace. Lei nella prima guerra mondiale aveva chiesto questo. E io questo ho chiesto alla Madonna. E ho pregato»: cosi papa Francesco sulla visita a Fatima e sulla scelta di pregare in silenzio nel Santuario (leggi qui).

«Abusi, tolleranza zero»

«In maniera molto riservata ho ricevuto un gruppo di persone che sono state abusate – ha inoltre rivelato ai giornalisti -. Come sempre faccio in questi casi, abbiamo dialogato su questa tremenda peste. Nella Chiesa si seguiva più o meno lo stesso comportamento che si segue attualmente nelle famiglie e nei quartieri: si copre… Dobbiamo ancora maturare e aiutare a scoprire queste cose. Dallo scandalo di Boston la Chiesa ha preso coscienza che si doveva prendere il toro per le corna. Due anni e mezzo fa c’è stata la riunione dei presidenti delle Conferenze episcopali, dove sono state fornite anche delle statistiche ufficiali sugli abusi. E la situazione è molto grave. Nella Chiesa c’è una frase che stiamo usando continuamente: tolleranza zero, tolleranza zero. E i pastori che, in qualche modo, non si sono presi le loro responsabilità devono farsi carico di questa irresponsabilità…».

Il Papa ha aggiunto: «Parlare con persone abusate è un’esperienza molto dolorosa, che mi fa anche bene, perché mi aiuta a farmi carico di questo dramma». E ha chiesto: «In qualche modo, aiutate, aiutate perché tutti i tipi di abuso possano essere risolti, l’abuso sessuale non è l’unico. Ci sono anche altri tipi di abuso che gridano al cielo: l’abuso del lavoro minorile, l’abuso delle donne… C’è una cultura dell’abuso che l’umanità deve rivedere e convertirsi».

Il viaggio a Marsiglia

«C’è un problema che a me preoccupa, ed è il Mediterraneo. Per questo vado in Francia», ha detto papa Francesco parlando del prossimo viaggio a Marsiglia. «Lo sfruttamento dei migranti è criminale. I vescovi del Mediterraneo faranno questo incontro, anche con qualche politico, per riflettere sul dramma dei migranti. Il Mediterraneo è un cimitero, ma non è il cimitero più grande. Il cimitero più grande è il Nord Africa. Io vado a Marsiglia per questo».

La salute

E infine un passaggio sulle sue condizioni: «La mia salute va bene. I punti me li hanno tolti, faccio una vita normale, devo portare una fascia per due/tre mesi per evitare problemi, fino a quando i muscoli saranno più forti». Sui supposti problemi alla vista che l’avrebbero indotto a tagliare un discorso, ha chiarito: «In quella parrocchia ho tagliato il discorso perché c’era una luce davanti e non potevo leggere».

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