«Non lasciamoci contagiare dal perfezionismo, ingannare dai miraggi, non diventiamo discepoli delle mode. Appassioniamoci alla vita vera, perché siamo chiamati a essere artisti dell’esistenza, non esperti di fotoritocchi, chiamati a colorare di senso i giorni che viviamo, non a verniciarli di apparenze».
Dice così un affaticato papa Francesco, all’inizio del quarto giorno della Gmg, che si concluderà con la Veglia e che si apre nel nome di Maria e di Fatima, dove, di prima mattina, il Santo Padre arriva a bordo di un elicottero militare, proveniente da Lisbona. Ad accoglierlo monsignor José Ornelas Carvalho, vescovo di Leiria-Fátima e presidente della Conferenza Episcopale Portoghese, e, nella grande spianata del Santuario, una massa di pellegrini tra cui tantissimi malati, ai quali è dedicata la preghiera del Rosario recitato nella cappellina delle Apparizioni.
«Una Chiesa accogliente e senza porte»
Proprio dal significato di questo piccolo luogo di venerazione mariana, tra i più amati al mondo, si avvia la riflessione del Santo Padre (leggi qui): «La cappellina in cui ci troviamo è una bella immagine della Chiesa: accogliente e senza porte, è un santuario a cielo aperto, nel cuore di questa piazza che evoca un grande abbraccio materno. Così sia nella Chiesa, che è madre: porte aperte per tutti, per facilitare l’incontro con Dio; e posto per tutti, perché ognuno è importante agli occhi del Signore e della Madonna».
Il pensiero di Francesco – anche lui si muove tra i sofferenti in carrozzina, e, al termine, in un lunghissimo percorso in papamobile – va ai malati che gli sono davanti: «Grazie perché voi testimoniate che la vita vale più della salute e che la gioia non viene dalle cose che si hanno, ma dall’amore che si dona e si riceve. Maria è con voi. Lei ha realizzato sogni più grandi di quelli che poteva immaginare. Come? Non inseguendo il successo, il potere, la ricchezza e le apparenze mondane, ma camminando sulla via di Dio, la via della vera grandezza. E sapete come si chiama questa via verso la grandezza? Si chiama la via della piccolezza. Sempre Dio sceglie i piccoli come i bambini di Fatima. Dio preferisce loro».
«Uniamo i cuori»
E forse preferisce dare anche un segno in momenti che, poi, si riveleranno cruciali per le distruzioni e i dolori che l’umanità reca a se stessa. Come fu nel 1917 per le Apparizioni, nel pieno del primo conflitto mondiale e con l’epidemia della cosiddetta “Spagnola” che provocarono milioni di vittime. Ovvio il riferimento al presente, sospeso tra una pandemia che sembra finita e le tante guerre che non finiscono mai.
L’invito, come allora indicò Maria ai tre pastorelli, non può che essere al messaggio di amore che non esclude nessuno dalla salvezza. «Accogliamo oggi questo invito alla responsabilità, a prenderci cura di chi non crede, non spera, non ama – conclude infatti il Papa -. Ora, come al tempo delle Apparizioni, c’è la guerra. La Madonna ha chiesto di pregare il Rosario per la pace. Non l’ha domandato come una gentilezza, ma con apprensione materna ha detto: “Recitate il Rosario tutti i giorni per ottenere la pace nel mondo e la fine della guerra”. Uniamo i cuori, preghiamo per la pace, consacriamo ancora la Chiesa e il mondo al Cuore immacolato della nostra tenerissima Madre».