«Fare memoria di un evento è sempre l’occasione innanzitutto per pregare per quanti non ci sono più, per quanti hanno lasciato la vita sotto quelle macerie, ma è anche l’occasione per riflettere su tutto quanto poi è accaduto in quei giorni. Riconoscere la tanta fraternità, la solidarietà e la carità vissuta. È anche l’occasione per imparare dalla storia, dagli errori commessi, per capire quanto di poteva fare e si può ancora fare». Così don Marco Pagniello, direttore Caritas Italiana, nel 15° anniversario del terremoto de L’Aquila.
Il 6 aprile 2009 la terra tremava violentemente in Abruzzo, soprattutto a L’Aquila. Il terremoto causò la morte di 309 persone, 1.600 i feriti. Caritas Italiana fu presente fin dai primi istanti, dapprima per rispondere ai bisogni immediati, poi nei tempi lunghi della ricostruzione, della ritessitura delle relazioni nelle comunità, nell’affrontare traumi sociali e psicologici, nel rilancio dell’economie locale. Grande la solidarietà in tutta Italia (quasi 23.500 donatori, il contributo della Conferenza episcopale italiana, fondi 8xmille, in tutto Caritas Italiana ha potuto mettere a disposizione delle comunità locali oltre 35 milioni di euro) e dal mondo: più di 60 Caritas estere hanno dato il loro contribuito.
Tra i progetti realizzati dopo la prima emergenza: 4 scuole, 16 Centri di comunità; 7 strutture di accoglienza; 2 servizi caritativi; ripristinate 16 strutture parrocchiali per attività sociali e comunitarie; avviati progetti di animazione e aggregazione rivolti in particolare ai bambini e ai giovani, progetti sociali a favore delle persone in ogni tipo di situazione.