Sarà nuovamente la Basilica di Sant’Ambrogio, sabato 3 settembre alle 11, a ospitare il Rito di consacrazione delle vergini, presieduto dall’Arcivescovo, nel corso del quale troverà compimento il cammino di discernimento e formazione di tre donne della nostra Diocesi.
Se la scelta della Cattedrale mette in risalto la dedicazione alla Chiesa locale attraverso la consacrazione ricevuta dalle mani del Vescovo nel luogo della sua cattedra, la scelta della Basilica di Sant’Ambrogio sottolinea la ricchezza della tradizione ambrosiana, con il magistero del Patrono sulla verginità e con la testimonianza di vita della sorella Marcellina, le cui spoglie riposano appunto lì.
In questa tradizione si inseriranno Anna Boccardi, Pamela Evola e Rita Ricucci, provenienti rispettivamente dalle parrocchie di San Vittore al Corpo di Milano, San Giorgio Martire di Limito di Pioltello e dalla Comunità pastorale Discepoli di Emmaus in Rozzano.
Chi sono
Anna Boccardi, laureata in Fisica, si occupa di pianificazione energetico-ambientale e da sempre è impegnata, con incarichi di responsabilità, negli Scout Agesci. Pamela Evola è avvocato e collabora con la Fondazione San Bernardino Onlus, che aiuta persone in stato di bisogno, in particolare nel prevenire il ricorso all’usura. Rita Ricucci, laureata all’Istituto di Scienze religiose di Milano, insegna religione in un liceo e opera in ambito culturale anche come critica cinematografica.
Alla richiesta di condividere qualche considerazione in questo tempo di preparazione prossima alla consacrazione, Anna risponde offrendo i simboli del germoglio e del profumo, segni della riconoscenza per la vita, per i tanti doni ricevuti, per la gratuità con la quale il Signore ci ama. Pamela confida: «Ho compreso (e sto comprendendo anche oggi) che vivere il Vangelo esige di mettersi continuamente e totalmente in gioco». Rita esprime la sua riconoscenza alla Chiesa e afferma: «La consacrazione resta un bene per la Chiesa e nella Chiesa: Dio non ci dona la consacrazione, ma ci dona come consacrate al mistero della Chiesa».
Ricchezza di doni
Queste parole colgono il cuore della vita nell’Ordo Virginum, una forma di vita consacrata femminile che prevede la consacrazione personale e pubblica vissuta nel contesto della spiritualità della Chiesa particolare e nelle condizioni di vita del popolo di Dio. Le consacrate vivono infatti da sole, in famiglia o con altre sorelle e si mantengono con il loro lavoro.
Nel corso del cammino di formazione ognuna – confrontandosi con il testo dei Lineamenta dell’Ordo Virginum della diocesi di Milano e riconoscendo, nel discernimento con la propria guida spirituale e con il Delegato del Vescovo, i propri carismi personali – stende la propria regola di vita, che viene sottoposta al Vescovo per l’approvazione. Le modalità di vita delle vergini possono quindi configurarsi assai diversamente in base all’età, alla condizione professionale e all’impegno sociale ed ecclesiale.
Questa varietà manifesta la ricchezza dei doni dello Spirito e fa risaltare la comunione nella medesima chiamata, così delineata dai Lineamenta: «Come la Chiesa, (la consacrata) vuole essere sposa per l’unione intima e indissolubile con Cristo, vergine per l’integrità della fede, madre feconda perché capace di accogliere e far maturare in sé e negli altri i doni di Dio».