Oratorio e vocazione. Per volare alto, edito in questi giorni dal Centro Ambrosiano (56 pagine, 5 euro), raccoglie gli interventi all’Assemblea degli oratori del 2017. «La scoperta di sé come dono vocazione e missione – spiega il direttore della Fom don Stefano Guidi – si realizza in un processo educativo che inizia subito e che non va rimandato all’età adulta. Immaginiamo che ogni oratorio può diventare il contesto in cui scoprire che la vita è un mistero di libertà.»
È la convinzione dell’Arcivescovo di Milano, che nel libro spiega che cos’è la “vocazione”: essa non è «la recita di un copione già scritto da cui imparare le parole da ripetere per recitare bene la propria parte». Invece, riguarda la ricerca della felicità che Dio desidera per ciascuno. «Quindi ciò che mi piace – dice monsignor Delpini -, le doti che ho, che mi riconosco, i limiti che registro, tutto questo contribuisce a determinare una scelta che è vocazione nella misura in cui è fatta non secondo la carne e il sangue, non per ambizione o per piacere, o per rassegnazione, ma è fatta per corrispondere al desiderio di Dio di rendermi felice».