Un’occasione «di vita comunitaria per i tanti che si lasciano coinvolgere e hanno la possibilità di sperimentare l’incontro con una comunità cristiana che è presente, accoglie e tenta di conoscere anzitutto i bambini, capendo le loro difficoltà e le loro gioie. Non si tratta solo di tenerli, ma di accompagnarli in un momento di crescita e di esperienza». Le parole di don Paolo Sangalli rispecchiano il significato delle numerose attività dell’oratorio estivo organizzato per i ragazzi nelle parrocchie milanesi di San Leone Magno e Sant’Ignazio di Loyola, dove sono iscritti rispettivamente 350 e 250 bambini.
Per gli oratori milanesi l’estate richiama a rendere ancora più intensa la vita della comunità. Non si tratta di entrare in competizione con le numerose occasioni di svago per i giovani, ma di offrire qualcosa di autentico, capace di lasciare qualcosa di più di un semplice ricordo. «In una città che dal punto di vista dell’offerta sociale è ricchissima, a mio giudizio quello che gli oratori hanno in più è una proposta cristianamente connotata – spiega Sangalli -. Preghiamo tre volte al giorno insieme a tutti i bambini, celebriamo la Messa tutti i giorni, facciamo in modo che lo stile delle attività richiami il Vangelo e il messaggio di Gesù».
È così possibile gettare semi nei cuori dei ragazzi perché avvertano il desiderio di continuare a vivere settimane insieme divertendosi e crescendo. E questo porta piacevoli sorprese: «Abbiamo bambini appartenenti ad altre religioni o le cui famiglie si professano non credenti, oppure non praticano la vita comunitaria. Tutti gli anni però ritornano».
La partecipazione è importante, soprattutto se aiuta la comunità ad aprirsi e ad accogliere anche quanti magari la osservavano solo da lontano. Però un oratorio estivo non è soltanto la condivisione di momenti di gioia, ma soprattutto l’occasione per crescere insieme. «Quello che proviamo a trasmettere è che non si tratta di stare in uno stesso luogo facendo tutti le stesse cose. Si tratta anche di mettere in pratica delle virtù: la pazienza, la generosità, il rispetto, l’attesa per gli altri – continua don Sangalli -. In una città dove si corre, si è sempre in competizione e bisogna arrivare primi per essere importanti, noi diciamo che l’importante è vincere insieme, come squadra e nel rispetto reciproco. Anche quando il risultato non è ottimale, ma ci si è messi tutti in gioco».
Se Milano spinge a primeggiare, l’esperienza dell’oratorio estivo vuole quindi insegnarci a vivere appieno la comunione con il prossimo, rispettando i suoi tempi e ascoltando la sua storia. Questo movimento “controcorrente” invoglia i giovani a continuare a partecipare con entusiasmo alle attività offerte dalle parrocchie perché «hanno intuito che c’è un’attenzione a qualcosa che loro non pensavano ci fosse. Questo non toglie che vadano continuamente incoraggiati a vivere la proposta in un certo modo, ma la maggior parte di loro ritorna perché ritiene di aver fatto un’esperienza bella». Una bellezza che può venire da tante cose, come «stimolare i bambini alla riflessione aiutandoli a cogliere il legame tra un gioco organizzato e un momento più spirituale come la preghiera». Proprio come Gesù ha scelto di parlare alle genti con parole e gesti spesso semplici, ma autentici.