Due settimane di sport ad alta quota attendono gli oratori milanesi. Terminate le settimane in città, circa 300 ragazzi di una quindicina di oratori si alterneranno in un vero e proprio summer camp, ospitati nel villaggio olimpico di Torino 2006, ai 1700 metri di Cesana – San Sicario. Come racconta il titolo, OraSport Holiday, tutto sarà nel segno dello sport, ma con l’animazione e la preghiera tipici di una giornata oratoriana. Come nelle settimane appena trascorse in oratorio, infatti, lo sport servirà a trasmettere valori ed emozioni, mentre i ragazzi avranno il privilegio di un vero e proprio villaggio, con le attenzioni degli animatori della Fom e gli allenatori per ogni disciplina sportiva.
Meno tecnica, più valori
Paolo Bruni, responsabile della Sezione Sport della Fondazione oratori milanesi, spiega il senso della proposta, organizzata in collaborazione con il Centro sportivo italiano: «Non sarà naturalmente il campo sportivo del Milan o dell’Inter, non abbiamo la necessità di lavorare sul gesto tecnico. Certo, ci saranno allenatori competenti perché lo sport si fa bene, ma la parte agonistica sarà molto relativa. Piuttosto, puntiamo a trasmettere ai ragazzi un messaggio educativo attraverso il linguaggio dello sport. Così nel gioco di squadra si insegneranno lo spirito di collaborazione e l’apertura agli altri, perché, per esempio, nella pallavolo la palla si può toccare una volta sola. Oppure nel basket è obbligatorio palleggiare, col rischio che la palla, e quindi le proprie qualità, vengano poi “rubate” dagli altri».
Ma le sfaccettature sono molte anche negli sport individuali. Nell’atletica, per esempio, la velocità e il fondo consentono di esprimere qualità e atteggiamenti molto diversi: «Sei un ragazzo che si appassiona e che dà tutto subito, come gli sprinter, oppure sei più riflessivo, sai dosare le forze, sei capace di essere costante?», esemplifica Bruni. Sono tanti quindi gli aspetti che consentiranno ai ragazzi una rilettura di loro stessi e delle loro qualità. Tutti infatti avranno un proprio libretto dove, accanto alla spiegazione della tecnica, potranno annotare le proprie sensazioni. «Non serve essere un fenomeno – assicura Bruni -. A qualcuno per esempio può non piacere la pallavolo; ma noi metteremo a fuoco anche il ruolo dell’arbitro, o quello dell’allenatore. Giocheremo non con i più bravi, ma con chi ha voglia di giocare, perché ogni ragazzo è un dono, e tutti potranno trovare un proprio ruolo».
Da una parte, quindi, non ci saranno allenamenti obbligati: ogni oratorio potrà scegliere a quali laboratori partecipare, prendendosi per esempio una giornata libera per un giro nel bosco o per una gita accompagnati dagli educatori. Dall’altra, la condivisione si allargherà proprio grazie alla presenza di più oratori: «Da chi arriverà con 30 ragazzi fino a chi ne porterà 6, tutti potranno vivere un’esperienza di Chiesa bella e ricca», sottolinea Bruni.
L’oratorio “Carlo Acutis e Chiara Luce” di Rodano-Millepini è tra quelli che hanno colto l’occasione di questa vacanza: «Abbiamo pensato di rivolgere la proposta ai ragazzi di terza media, che più hanno sofferto in questi due anni di lockdown – spiega don Paolo Pupillo -. Ci è sembrata una proposta che dà ai ragazzi un po’ di qualità, insieme alla dinamicità dello sport: un po’ di “cibo buono”», sottolinea il sacerdote. Tra gli ingredienti, anche la bellezza delle cime sarà sicuramente apprezzata.